Potrebbe accadere domattina e il 95 % degli amministratori della provincia, nonché la quasi totalità dei rappresentanti politici bellunesi, fanno finta di niente. Si tratta dell’accorpamento a Treviso della nostra provincia, notizia sulla quale qualche commentatore radiofonico bellunese ha pure scherzato, dando il fatto per avvenuto. Che dire: siamo nelle mani di una genia di codardi che dell’ignavia hanno fatto mestiere. Per non parlare dell’ amministrazione provinciale, controllata da commissari che del nostro territorio, a voler esser buoni, si potrebbe affermare che gliene importa poco assai.
Ora la situazione politica involve verso esiti che potrebbero essere per noi drammatici e ciò impone che ciascun cittadino bellunese assuma la responsabilità e che rifletta sulle conseguenze delle proprie azioni, ma soprattutto sulla conseguenza del non agire, del volgere il capo altrove facendo finta di non accorgersi che il territorio Bellunese rischia di perdere la Provincia e con essa la possibilità di autogestione concessa proprio pochi mesi fa dal nuovo Statuto Veneto.
Ci sono nel bellunese risorse economiche enormi. Acqua, Energia, Ambiente. Sono miliardi di euro che fanno gola a molti. Osservate come si muovono i soggetti politici ed a quali interessi rispondono e capirete che la questione dell’autonomia non è folklore ma solidissima economia. Semplicemente vogliono mangiarsi la nostra terra in un boccone!
Noi del BARD, Belluno Autonoma Regione Dolomiti, ci battiamo con tutte le forze per l’Autonomia di questo territorio e siamo sorpresi e amareggiati nel vedere con quanta irresponsabile indifferenza la classe dirigente e politica della provincia di Belluno sta accettando, come fatto compiuto, la soppressione dell’Ente col conseguente accorpamento alla Provincia di Treviso. Per non parlare del progressivo svuotamento del sistema dei servizi pubblici, in primis quelli sanitari, di cui fanno maggiormente le spese le zone periferiche della provincia e le Terre Alte.
Questa lettera aperta è un appello a tutte le persone che hanno a cuore il territorio Bellunese-Dolomitico, siano esse rappresentanti di associazioni di categoria, amministratori pubblici, che ricoprano ruoli dirigenziali in enti o istituzioni a siano, come noi siamo, semplici cittadini innamorati della propria terra.
La Provincia di Belluno Dolomiti è in pericolo di definitiva marginalizzazione e soffre uno smarrimento che trova origine da una concomitanza di fattori dei quali la crisi economica è il detonatore.
Un territorio che misura un quinto dell’intero Veneto come superfice ma è abitato da poco più di duecentomila persone, rischia di essere accorpato a Treviso a formare una sola provincia in cui il peso politico della montagna sarà insignificante.
Chiunque legga la storia del territorio Bellunese e la conosca nel dettaglio sa bene che il futuro del nostro territorio non può che stare in una quota sempre crescente di autosufficienza economica , perché da una regione in cui la montagna è solo periferia non può venire granché di buono mentre a prevalere saranno sempre e solo gli interessi delle zone rurali di pianura e delle aree metropolitane.
Alla pianura il nostro territorio interessa solo per le risorse, per le aree edificabili, per lo svago di un fine settimana, nulla più.
Se vogliamo continuare a vivere dignitosamente in montagna non possiamo consegnare il nostro destino in mani distanti dal territorio quando il nostro vissuto ci conferma, ogni giorno di più, che gli abitanti della pianura hanno a cuore altro che non la qualità della vita di chi in montagna sta per dodici mesi l’anno.
Inutile ripercorrere una storia ben conosciuta e fatta di servizi pubblici che se ne vanno , costo della vita che aumenta, opportunità di lavoro che vengono a mancare.
Dice Enrico Borghi: ”essere liberi oggi significa poter dare ai propri figli la possibilità di esercitare il diritto di opzione. Scegliere cioè se rimanere nelle valli oppure andare altrove. Se non c’è sviluppo, se non c’è crescita, se non c’è pari opportunità, se non c’è economia, se non c’è reddito, il diritto di opzione è solo una bella parola, un sogno che si trasforma in delusione e che alimenta il rancore e l’esclusione…”
Noi assistiamo oggi al tentativo di accorpare la provincia di Belluno ad altro Ente, probabilmente Treviso, per raggiungere un dimensione in abitanti superiore al numero magico di trecentomila. Questo in una Regione che ha recentemente approvato il nuovo statuto che stabilisce essere il la Provincia di Belluno destinataria del trasferimento di fondamentali competenze e risorse in ragione della sua specificità.
Come movimento Belluno Autonoma – Regione Dolomiti abbiamo ricorso al T.A.R. del Veneto, con istanza di legittimità alla Corte Costituzionale, contro la decisione del Ministero dell’Interno e del Prefetto di Belluno di non indire i comizi elettorali per il rinnovo degli organi di governo della Provincia di Belluno.
Con quest’atto i sottoscrittori del ricorso hanno così esercitato il diritto di ogni cittadino a promuovere, sostituendosi di fatto alla stessa Provincia, una azione popolare per vedere riconosciuta l’utilità di ritornare ad un modello di piena partecipazione alla vita democratica della collettività provinciale bellunese.
I promotori del ricorso intendono così tutelare il diritto dei bellunesi alla piena legittimità democratica della loro Provincia, quale livello di governo tutelato dalla stessa Costituzione e riaffermare l’assoluta necessità di un Ente territoriale in grado di esercitare pienamente la particolare autonomia ora assegnata a Belluno dallo Statuto della Regione Veneto.
Nell’ambito dell’approvazione del cosiddetto Decreto Salva Italia si è infatti inferto, con “un’operazione surrettizia” come ha sostenuto Valerio Onida già Presidente della Corte Costituzionale sul Sole 24 ore del 22 gennaio 2012, un colpo irreversibile all’autonomia amministrativa, funzionale, organizzativa e finanziaria delle Province visto che il testo “non sopprime formalmente le Provincie, ma di fatto sostanzialmente le svuota delle loro natura costituzionale”.
Questo significa, nel particolare caso di Belluno, cancellare ogni prospettiva di un miglioramento della competitività economica e territoriale rispetto alle contermini Regioni autonome del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia, condannando irreversibilmente la nostra Provincia ad un rapido declino economico e sociale.
Gli estensori del ricorso, il professore avvocato Gabriele Leondini, il dottore Daniele Trabucco e l’avvocato Giuliano Rizzardi, hanno delineato con stupefacente chiarezza la natura del problema giuridico posto con la riduzione, attuata per giunta con il sistema della decretazione d’urgenza, delle Province ad enti di secondo grado e la grave lesione che così si è prodotta al sistema delle autonomie garantito dalla nostra Costituzione e dalla Carta Europea delle Autonomie Locali.
Il Bellunese deve trovare dentro di se le forze per risollevarsi dalla crisi! Possiede le risorse e ce la farà sicuramente se il meglio della società civile saprà accomunare lo sforzo per costruire, insieme e al di la delle ideologie un futuro di autogoverno per il popolo delle Dolomiti Bellunesi.
Per questo chiediamo a tutti, ma in modo pressante alle associazioni di categoria e agli amministratori e a quanti presiedono le organizzazioni professionali di partecipare al ricorso con un congruo sostegno economico alle spese, effettuabile sul conto corrente:
Movimento BARD
Belluno Autonoma Regione Dolomiti
IBAN IT81Q085116124 000000 0025514
Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti
fil. di Ponte nelle Alpi, viale Dolomiti 21
Causale: RICORSO AL TAR
Non si può più far finta di nulla!
Ora chi è interessato al territorio, lo vive e lo ama, ha la possibilità di essere protagonista e difenderlo, un giorno potrà guardare negli occhi i suoi figli con la coscienza di aver fatto la sua parte per garantire a loro il diritto di opzione fondamentale che è la libertà.
Grazie!
Per il movimento BARD
Silvano Martini – vicepresidente