È una corsa a ostacoli, ma a quanto pare il fondo per i Comuni di confine sta per arrivare finalmente al suo primo traguardo concreto, vale a dire l’erogazione degli acconti per le opere riguardanti le annualità 2010 e 2011. Lo spiega Sergio Bettotti, rappresentante trentino nell’Odi, l’organismo nazionale che gestisce il fondo e valuta i progetti da finanziare per il riequilibrio e la cooperazione fra territori vicini
ma separati dall’appartenenza o meno alle due province a statuto speciale di Trento e Bolzano. I due enti autonomi sono chiamati dalla legge a versare ogni anno quaranta milioni ciascuno, ma in realtà Bolzano ha fatto la sua parte soltanto nel 2010, dopo di che ha bloccato tutto pretendendo di contribuire soltanto a progetti in aree confinanti con l’Alto Adige. Un’interpretazione bocciata due mesi fa dalla Corte costituzionale, che ha sottolineato il carattere unitario del fondo, ma per ora senza esiti pratici. L’inadempienza
del Sudtirolo ha complicato non poco le cose: da un lato, i milioni mancanti (che al momento riguardano due anni, dunque ottanta milioni), dall’altro il problema della graduatoria unica per 2010 e 2011. Era stata stilata presumendo una disponibilità lorda di 160 milioni, mentre in realtà in cassa ne figurano ovviamente solo 120.
«Il rischio – spiega il dirigente provinciale – è che saltino le opere più indietro in graduatoria. Come Odi ora dovremo decidere se perfezionare comunque tutti gli acconti, sperando che le pressioni statali inducano Bolzano a saldare quanto dovuto, oppure se procedere solo con le opere di cui abbiamo la copertura certa, per evitare il rischio di seminare delle “incompiute”. In ogni caso, abbiamo già messo a punto la bozza di convenzione, vale a dire il disciplinare operativo che nei prossimi giorni sarà trasmesso ai Comuni, per poi passare rapidamente alla sottoscrizione e all’erogazione dei primi fondi per aprire i cantieri».
A ostacolare il percorso erano stati anche i municipi delusi nel 2010-2011, che avevano presentato ricorsi al Tar, poi ritirati due mesi fa consentendo una ripresa dell’iter. Nel frattempo, l’Odi ha avviato le procedure di verifica relative al 2012 e nel giro di un paio di settimane dovrebbe essere pubblicata la graduatoria dei progetti (un’ottantina quelli presentati), anche in questo caso sotto la spada di Damocle dell’atteggiamento altoatesino, visto che in cassa figurano solo i 40 milioni assicurati da Trento (un’ipotesi è che a Roma il governo decida di versare direttamente la quota trattenendola dai trasferimenti spettanti a Bolzano).
Belluno ospita il numero più alto di Comuni confinanti (quattro con Bolzano e dodici con Trento), gli altri sono a Vicenza (dodici), Verona (otto), Brescia (undici) e Sondrio (due). Proprio il destino della vicina provincia dolomitica sembra intrecciarsi con quello del fondo di confine: le crescenti istanze autonomistiche hanno incontrato ascolto e supporto nel mondo politico trentino e recentemente Lorenzo Dellai ha dichiarato pubblicamente il proprio impegno parlamentare per garantire a Belluno una forma di autogoverno. Se la questione bellunese trovasse una soluzione istituzionale nei prossimi mesi – in questo periodo ci ragionano insieme vari rappresentanti delle tre province – sarebbero
dunque scontati i riflessi sull’intero impianto del fondo Odi.
di Zenone Sovilla (L’Adige)