La questione ACC è una vicenda che investe tutto il territorio Bellunese. Ci auguriamo che tutti i Sindaci mobilitino la popolazione perché è necessario che il territorio dimostri, non solo a parole ma con la presenza fisica dei suoi cittadini, la vicinanza alle maestranze della ACC sulle quali pende il rischio del fallimento dell’azienda che da lavoro a più di 600 operai.
Il Sindaco di Mel, Stefano Cesa, ha correttamente paragonato la fine della ACC a un nuovo Vajont e di certo il paragone non offende la memoria del disastro perché nella ipotesi disgraziata che ACC chiuda, le conseguenze sull’economia e sul tessuto sociale della Val Belluna sarebbero devastanti. Perdere pezzi così importanti della manifattura bellunese mette a rischio tutto il territorio e il comportamento tenuto dagli operatori del credito, che sul bellunese hanno costruito per anni pingui bilanci e ora si defilano, è inqualificabile. Qui si è messa alla berlina la dignità dei lavoratori, costretti a girar per sportelli bancari come fossero mendicanti mentre essi chiedono solo lavoro, non carità.
Ogni Donna e Uomo che si ritenga degni di questo nome deve ritenersi impegnato personalmente a manifestare domenica prossima davanti alla ACC di Mel.
Davanti a quella fabbrica per anni simbolo della rinascita di una intera provincia dobbiamo far vedere che il popolo delle Dolomiti possiede ancora quella caratteristiche che contraddistinguono i popoli della montagna bellunese. Solidarietà verso i lavoratori e coraggio per battersi perché questa è una battaglia che deve essere vinta
Il ritrovo è fissato domenica 10 novembre alle ore 11,00 in Piazza Papa Luciani e Mel.
Noi del BARD ci saremo!