“Difenderemo a tutti i costi i risultati ottenuti alle elezioni regionali, ma eventuali ricorsi non dovrebbero mettere a rischio il posto della Buzzo in Regione”.
A più di tre giorni dal voto, manca ancora l’ufficialità degli eletti in consiglio regionale, ma il Bard fa quadrato attorno a quella che risulta essere la sua consigliera, Alessandra Buzzo. Il suo nome compare infatti tra quello dei 49 nuovi consiglieri, ma all’orizzonte si profilano i ricorsi degli esclusi. Almeno una decina infatti i candidati veneti tagliati fuori dal consiglio regionale per interpretazioni della legge regionale e molti di loro hanno già annunciato ricorso.
Il Bard non ci sta e promette di difendere il risultato con le unghie e con i denti: “Se sarà confermata l’elezione di Alessandra Buzzo, siamo pronti a rivolgerci a un avvocato per difendere la sua posizione di consigliere, anche se abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che i ricorsi non dovrebbero interessare i risultati bellunesi. – spiegano dai vertici del movimento – Non siamo stati noi a scrivere una norma così farraginosa, approvata a gennaio dal consiglio regionale con l’obbiettivo di escludere le liste minori. Non va dimenticato che tra chi oggi minaccia ricorsi c’è anche chi ha votato e approvato quella legge, sedendo in maggioranza o ai vertici della commissione. Non abbiamo rubato il posto a nessuno: se scenderà a Venezia, Alessandra Buzzo sarà l’unica rappresentante dei quasi 27mila elettori di Veneto Civico in regione. Siamo stati fortunati, ma anche abili a gestire le pieghe della direttiva: sapevamo che con una buona percentuale di voti di lista e un numero consistente di preferenze avremmo ottenuto un buon risultato, e così è stato, visto che con il 3,9% abbiamo registrato il miglior dato in Veneto. Non possiamo poi negare che a nostro favore hanno giocato tanti fattori, dai risultati delle altre liste alla scarsa affluenza”.
“Aspettiamo la comunicazione ufficiale degli eletti per festeggiare – concludono dal Bard – ma se qualcuno già ora pensa che siamo pronti a rinunciare a un risultato storico senza lottare per difenderlo, si sbaglia di grosso”.