Arriva dall’Unione delle Province Italiane l’ordine del giorno che tutti i consigli comunali discuteranno per chiedere la revisione della “legge Delrio” e per “porre fine al dibattito istituzionale sulla Province”.
Un’iniziativa ben accolta dal movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti, che però chiede vengano riconosciute le colpe: «È da anni che ci battiamo per l’abrogazione della Delrio e che chiediamo il ripristino dell’elettività: il nostro appello in questo senso, fatto durante la campagna elettorale per le politiche 2018, aveva riscosso l’appoggio di molti dei candidati, ma ad oggi nulla è stato fatto. – commentano dal direttivo del movimento. – Questa legge ha un nome e una paternità politica chiara: chi di dovere si assuma colpe e responsabilità, e questo governo del (fantomatico) cambiamento dovrebbe già essere intervenuto per rimuovere questa norma incostituzionale e antidemocratica».
L’obbiettivo di sempre del BARD è quello dell’autonomia provinciale: «Serve ridare dignità all’ente, con il ripristino dell’elettività diretta di Presidente e consiglio. La “provincia dei sindaci” non funziona, era stata presentata ai primi cittadini come una grande innovazione, invece è stata consegnata senza risorse a loro, che devono occuparsene gratuitamente e che si sono visti tagliati anche i trasferimenti ai municipi. La provincia modello Delrio è un costo sociale e per le casse dello Stato: gli annunciati due miliardi di euro di risparmio che sarebbero arrivati dalla loro chiusura si sono rivelati appena 52 milioni, scesi a 16 se si conta l’aumento per le casse pubbliche della spesa per il personale, passato alle Regioni e allo Stato. – concludono dal movimento – Il cammino verso l’autonomia deve passare per la democrazia diretta e per un ripristino dei trasferimenti statali ad un livello che consenta la gestione delle competenze».