Ritorno all’elettività per le province e risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il rilancio della montagna: questi, tra i tanti, i temi affrontati dal segretario nazionale del Partito Democratico, Enrico Letta, nel fine settimana a Ponte nelle Alpi, «posizioni che gli varrebbero una tessera onoraria del nostro movimento, ma vorremmo capire se il suo partito è d’accordo con lui, e visto i precedenti non ne siamo così sicuri», commenta il presidente del movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti, Andrea Bona.
«Quella dell’elettività delle province e della cancellazione della legge Delrio sono battaglie storiche del BARD: finalmente anche il partito che ha difeso come grande innovazione una norma che ha di fatto immobilizzato le province si è reso conto del gravissimo errore commesso. – commenta Bona – Confidiamo quindi che, dopo queste dichiarazioni, il segretario Letta convinca anche i suoi compagni di maggioranza al governo, da sempre a parole contro la Delrio, a rimuovere questa norma incostituzionale e a ridare democrazia agli enti e ai territori. Ci lascia però non poco perplessi il fatto che questa idea venga dallo stesso partito che ha ideato, approvato e fino a poche settimane fa sostenuto questa legge; ci auguriamo che Letta, dopo l’importante apertura sull’autonomia bellunese del 2013 a Longarone («Conosco tutte le specificità della provincia di Belluno e bisogna intervenire per evitare asimmetrie istituzionali che non hanno senso: a questo territorio serve un’autonomia forte»), possa portare avanti questo impegno e non rimanga vittima del “fuoco amico” come successe pochi mesi dopo quelle dichiarazioni».
C’è poi tutta la partita delle risorse: «Non è un caso che gli unici ad affrontare seriamente i problemi della montagna siano stati due sindaci come De Pellegrin e Massaro. – continua Bona – C’è un grave problema di risorse per gli enti locali, evidenziato non solo dalla disparità di risorse pro capite con i nostri cugini autonomi come denunciato dal primo cittadino di Belluno, ma anche dai continui tagli orizzontali portati dallo Stato ai comuni e alle province, che nei territori periferici si riflettono in minori servizi e ridotta efficienza. L’altro tema, sollevato dal sindaco di Val di Zoldo, è quello dei Fondi di Confine: lo Stato deve smetterla di delegare la gestione del Bellunese al sostegno di Trento e Bolzano. Quei fondi vanno utilizzati per le aree di confine per cercare di ridurre il divario con le realtà autonome, non possono diventare fondi che vengono spalmati su tutta la provincia per garantire servizi essenziali. Quel compito spetta allo Stato, che deve garantire pari dignità a tutti i suoi cittadini, anche a quelli della montagna “ordinaria”».
Bona lancia quindi un appello al segretario nazionale PD: «Se vuole realmente far ripartire l’Italia dalle aree interne e dalla montagna, come ha affermato, bisogna partire da questi due capisaldi: elettività e risorse. Il PNRR certo sarà importante per lo sviluppo infrastrutturale, ma bisogna dare agli organi di governo locale autorevolezza, competenze e capacità economica di affrontare le problematiche dei territori. Autonomia è responsabilità: non basta avere i soldi da spendere, bisogna avere governanti che sentano il peso e l’onore di rappresentare i propri cittadini e possano così prendere scelte per il bene di tutti; si è visto che la provincia dei sindaci, non certo per responsabilità di chi vi ha partecipato dovendosi dividere tra il proprio comune e Palazzo Piloni a titolo gratuito, non può funzionare».