Chi ha il privilegio di scrivere le proprie idee su un giornale, normalmente, non ha diritto di replica. I lettori, leggendole, si fanno le proprie opinioni. Non è utile né sano presumere di convincerli. Non posso dire ad alcuno quale sia l’incerta verità sui fatti che commento. So d’essere, sempre, molto lontano da essa. L’editoriale del direttore [del Corriere delle Alpi, Omar Monestier, ndr] è franco e tagliente, alla prima lettura appare come “un coup de tranchant”. Ma l’ho apprezzato. In questo paese ci sono già abbastanza cortigiani, preferisco chi va dritto al sodo ed espone con chiarezza urticante le proprie opinioni.
Emerge nelle riflessioni dell’editoriale un fraintendimento sulla legge costituzionale necessaria per proporre Belluno come terza provincia autonoma della regione Trentino Alto Adige. Una questione che è troppo importante perché sia lasciata nel vago. Questa strada va scelta per necessità, per mancanza d’alternative legittime e praticabili. Il potere politico è legislativo. Valutiamo le opzioni in discussione. Sarebbe molto meglio avere l’autogoverno senza migrare in altra regione. L’art. 132 della Costituzione, primo comma lo impedisce, si può fare solo se c’è un milione di abitanti.
Sarebbe molto meglio ottenere autonomia legislativa restando in Veneto. Le regioni non hanno il potere di costituire nuove regioni, la competenza è dello Stato (art 117 della Costituzione, secondo comma, punto g). Il percorso è ostruito per la sua eccentricità rispetto alla storia costituzionale delle autonomie locali. Sarebbe impraticabile per la legittima opposizione delle altre provincie. Chiedere al Veneto di suicidarsi per il nostro interesse appare eccessivo. Sarebbe molto meglio costruire una regione alpina formata dalle provincie di Belluno, Sondrio e Verbania. Mai nella storia costituzionale italiana s’è vista una regione costruita su territori non confinanti, appartenenti a regioni con statuti ordinari differenti. L’unico caso fu l’est Pakistan (l’attuale Bangladesh), dal 1947 al 1971. Inoltre, le tre province, insieme, hanno 557.847 residenti, ne servono un milione.
Sarebbe molto meglio accontentarci di maggiori poteri amministrativi nell’applicare le Leggi regionali del Veneto. Il problema sta qui: sono proprio le Leggi regionali pensate per risolvere i problemi della pianura che producono danni in montagna. La regione Veneto può delegare alle provincie e ai comuni alcune sue funzioni, (art. 117 della Costituzione, comma 7 e 8). Non l’ha mai fatto e mai lo farà. Abbiamo tre consiglieri regionali su sessanta. Se va bene perdiamo 57 a 3.
Sarebbe molto meglio se fossimo una provincia unita. Non lo siamo. Spesso le comunità si fanno concorrenza e non collaborano. È complicato trovare una mediazione che soddisfi tutti. Sarebbe molto meglio se fossimo una provincia. Non lo saremo più da dicembre, quando tutte le provincie saranno abolite. Salvo miracoli. È molto meglio se la smettiamo di cercare il meglio e ci accontentiamo del bene. Perché fare, allora, una proposta di legge Costituzionale per divenire la terza provincia autonoma della regione Trentino Alto Adige, la cui approvazione è molto (moltissimo) improbabile? Per alcuni motivi:
1- È un percorso previsto dalla Costituzione, art 132 secondo comma: «Si può, con referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra».
2- È stato suggerito dalla suprema Corte di Cassazione con la decisione 17475 dell’11 marzo 2011.
3- E’ motivata dalla presenza di quarantadue Comuni con minoranze linguistiche ladine.
4- Chiede l’ingresso in una regione che è praticamente priva di potere legislativo, esercitato dalle province.
5- Richiede una modifica marginale dello statuto della Regione Trentino Alto Adige.
6- Una terza provincia autonoma non interferirebbe con la distribuzione delle risorse economiche tra gruppi etnici che è affare della provincia di Bolzano.
7- Lo statuto della provincia autonoma di Belluno potrebbe anche essere diverso da quello delle altre due province e definire trasferimenti tributari inferiori, poiché la nostra provincia non ha bisogno delle risorse in più trasferite dallo Stato. Per noi sarebbero sufficienti i due terzi del differenziale tributario.
8- Porterebbe al Trentino Alto Adige un territorio ricco e dinamico, i bellunesi hanno un patrimonio più consistente dei residenti inTrentino Alto Adige e un reddito pro capite di 1.852 euro inferiore a quello trentino e di 5.797 euro inferiore a quello Alto Atesino. Nel 2007, prima della crisi, il reddito dei bellunesi e dei trentini era uguale e la differenza con gli altoatesini era del 10%, nel 2010 è diventata -6,3% con Trento e – 19,7% con Bolzano.
La strada è difficile e tortuosa e l’avvenire oscuro. Se non si comprende che questa è l’unica strada percorribile, pazienza. Se non si ottiene il risultato desiderato pazienza. Chi ci ha provato dormirà tranquillo. Gli altri non so.
Diego Cason