Dal Corriere delle Alpi a seguito dell’incontro organizzato dal BARD a Santa Giustina del 13 aprile scorso:
«L’unica salvezza è la Regione Dolomitica»
Broccon e Bona del Bard disegnano un quadro cupo per il bellunese alle prese con lo spopolamento
SANTA GIUSTINA. Una provincia in crisi, non solo dal punto di vista sociale e demografico ma anche industriale e turistico, salvabile solo con autonomia e annessione a Trento e Bolzano in una nuova regione dolomitica: questo è il drammatico messaggio emerso durante un incontro promosso dal movimento Bard a Santa Giustina in sala Bertazzolo lo scorso 13 aprile.
Durante la serata il presidente del movimento Moreno Broccon ha esposto alcuni grafici del sociologo Diego Cason: «Si evidenzia chiaramente che la provincia si sta spopolando progressivamente, a fronte della crescita di Trento e Bolzano nonostante condividano le stesse specificità geografiche dell’area alpina. Ma siamo messi male anche sul fronte produttivo, con una manifattura che è forte solo grazie all’export e un turismo a livello mediocre nel Veneto. E pensare che negli anni 60 i nostri vicini del Trentino erano al nostro stesso livello, solo che hanno saputo essere uniti, gestendo in modo oculato i soldi dell’autonomia. Mi sembra che solo noi diciamo queste cose, visto che la politica locale è latitante, sopratutto i nostri parlamentari a Roma».
Le soluzioni, secondo il Bard, stanno nelle parole di Andrea Bona: «In primis abbiamo pronto il ricorso contro l’annullamento del referendum da noi indetto, per l’autonomia della provincia di Belluno che aveva raccolto una quantità enorme di firme, saremo i primi in Italia a tentare questa via, se ci va male ricorreremo alla corte europea. Poi abbiamo pronto un ricorso contro la soppressione delle provincie decisa dal governo, un’ingiustizia incostituzionale proprio ora che lo statuto regionale ci ha concesso ampie autonomie, certo, non tutte le provincie servono ma per Belluno è fondamentale un ente intermedio per gestire trasporti e politiche di area».
Sono intervenuti anche Tomaso Petazzi del Bard ed è stato invitato Fiorenzo De Col, presidente provinciale Acli, che ha detto: «A fronte di una provincia nel limbo perché senza guida politica e programmatica, la via maestra sta nella partecipazione di tutti i bellunesi, senza preconcetti di vallata o di partito, si deve essere uniti e fare fronte comune tutti insieme, a cominciare dai giovani».(e.d.c.)