Dal Corriere delle Alpi del 4 novembre 2012:
«Un accordo con Zaia per applicare lo Statuto»
Nei prossimi giorni il Bard incontrerà il presidente per discutere delle deleghe Referendum, la replica a Fistarol: «Sono l’unico strumento in mano ai Comuni»
BELLUNO. Una timeline per l’applicazione dello Statuto veneto. È quanto verrà chiesto al presidente della Regione Luca Zaia quando, nei prossimi giorni, sarà nel bellunese. Ottenuto il salvataggio della Provincia di Belluno e nell’auspicio che la conversione in legge non provochi nuove rivoluzioni, il Bard è tra quanti credono nella necessità di costruire in fretta il nuovo ente Provincia.
«Ci hanno invitati e andremo volentieri», spiega il presidente del Bard Moreno Broccon. «Presenteremo a Zaia lo studio socio economico di Diego Cason e una proposta di delibera per il trasferimento delle competenze alla Provincia, così come indicato in Statuto».
Il Bard non pensa a provvedimenti clamorosi: «Sarebbe già importante se riuscissimo ad ottenere le competenze scritte in Statuto», dice ancora Broccon, «e bisogna evitare di distruggere quello che abbiamo, come sta succedendo per l’urbanistica e il turismo». L’obiettivo è quello di fissare un calendario con scadenza tra un anno, ma senza rigidità.
«Cerchiamo soprattutto di capire se c’è la volontà, da parte della Regione, di lavorare con Belluno, altrimenti dovremo cambiare strada». Il Bard, che nasce dal comitato per il referendum provinciale di distacco dal Veneto, rimane convinto della necessità di una Regione dolomitica, ma ha capito che prima viene il rafforzamento della Provincia di Belluno nell’ambito attuale, cioè il Veneto: «Bisogna andare avanti come treni, andare fino in fondo con leggi e risorse che ci permettano di restare a vive in montagna, fare impresa e costruire benessere».
Broccon ricorda infatti che: «Il decreto del governo che ha mantenuto la Provincia di Belluno è una grande occasione per noi e l’auspicio è che funzioni con orizzonti, stimoli e speranze nuove». Ma per riuscirci non basta un solo movimento e in quest’ottica la sfida di alcuni politici locali alla conquista della paternità del decreto, diventa stucchevole e incredibilmente inutile.
«La disputa non ci interessa. La verità è che adesso dovremmo essere tutti uniti, serve la partecipazione di tutti , dobbiamo dare il meglio di noi».
Infine una considerazione sulle parole del senatore Fistarol, che chiedeva di fermare i referendum secessionisti: «È vero che abbiamo bisogno di alleati», conclude Broccon, «ma noi crediamo che lo siano le comunità alpine, quelle che applicano modelli di buon governo per la montagna. I referendum sono previsti dalla Costituzione, non è colpa dei Comuni, ma di chi non ha dato alla montagna gli strumenti giusti. C’è da aprire una discussione su dove vogliamo andare, per noi è la Regione Alpina, ma chiediamo a Fistarol di portare anche le sue idee e iniziative concrete»