di Silvano Martini
Credo che la fiscalità di vantaggio, più che l’istituzione di una zona franca diffusa, che ritengo di poco probabile attuazione, possa essere uno strumento potente per rimediare al progressivo spopolamento dei nostri paesi più piccoli o per quei paesi dove sono evidenti le conseguenze nefaste procate dall’esodo delle piccole imprese commerciali e produttive che costituiscono il tessuto connettivo delle nostre comunità.
Certo se non ci si dà una mossa si rischia di chiudere la porta della stalla quando i buoi saranno scappati da un pezzo e magari già morti di vecchiaia.
Per fare un esempio concreto: credo che un paese come Lorenzago non sarebbe rimasto senza macelleria se si fosse applicata una compensazione fiscale di vantaggio che salvaguardasse la redditividitá di quell’attività senza costi per lo stato e con una riduzione sensibile dei costi sociali della collettività di Lorenzago che è costretta a spostarsi con l’auto per far fronte alle necessitá quotidiane.
Ovviamente l’argomento è vasto e andrebbe affrontato nella sua complessità ma sono certo che se potessimo adottare un modello di governo per la montagna utilizzando le risorse che abbiamo , senza chiedere privilegi ma solo giustizia, potremmo garantire con relativa facilitá un livello di benessere per i cittadini dei nostri paesi di montagna pari a quello di chi vive nei fondovalle e nelle zone urbane.
Se penso che dei 1.200 milioni di euro di energia idroelettrica prodotta con la nostra acqua e sul nostro territorio, tornano alla nostra comunità solo 21 miseri milioni, allora mi rendo conto che quelli che dipingono il territorio Bellunese come povero e assisitito dallo stato sono dei bugiardi. Ancora… credo che le società che per il tramite delle lobby parlamentari sono riuscite a ottenere una proroga fino al 2029 delle concessioni idroelettriche sono in realtà le autrici del furto continuato e sistematico delle risorse della Provincia. Questi soggetti sono i veri nemici del nostro territorio e auguro loro di finire come meritano.
Se il territorio Bellunese e alpino in genere continuerà ad accettare supinamente l’occupazione colonialista del proprio territorio senza muovere un dito dubito che il popolo ed il territorio bellunese, così come lo conosciamo, vedrà la luce della prossima generazione.
Intere vallate stanno per diventare deserto sotto gli occhi di rappresentanti politici comprati per qualche decina di migliaia di euro al mese dal potere dei partiti che oramai rappresentano solo l’interesse di una casta che della politica si serve per arricchire e sistemare parenti e amici ed ha cancellato completamente il senso della missione che dovrebbe essere la ragione di vita di chi fa politica onestamente.
È necessario togliere i soldi alla politica, subito, perchè a far politica vada chi ha passione e voglia di lavorare davvero, come si dovrebbe, per migliorare le condizioni di vita della montagna.
L’eterna ed impari lotta tra la città e la montagna si vincerà solo quando avremo stabilito ma volta per tutte che la cifra del potere non può essere solo il numero dei cittadini che votano e che a determinare la politica oltre alla quantità di cittadini elettori deve essere l’ampiezza del territorio. Va riconosciuto alla montagna il diritto a vedere compensati, tramite il corretto pagamento delle risorse sottratte ad essa, come l’acqua e l’energia, i costi del vivere in montagna presidiandola per garantire che il delicato territorio non venga abbandonato con le conseguenze del caso.
Ogni volta che osservo la messe di dati che certificano, come la cronaca di una morte annunciata, il progressivo spopolamento e contemporanea marginalizzazione di larga parte del territorio Dolomitico penso ai nostri parlamentari ed al poco o nulla che sono riusciti ha portare a casa e penso a rappresentanti del sud Tirolo e del Trentino e al molto che tutti i giorni riescono a fare per il loro territorio.
Dove sta la differenza ?
Solo nel fatto che se la produttività dei parlamentari del Trentino – Sud Tirol , a favore del loro territorio, fosse pari allo zero ottenuto dai nostri, non oso pensare la fine che farebbero tornando a casa a fine settimana. Credo che rischierebbero un corso di nuoto in qualche letamaio dell’Alta Pusteria.
È necessario che prendiamo coscienza del furto che ogni giorno avviene sul nostro territorio ai danni di noi che lo abita ed ancora di più è necessario che rivendichiamo in modo forte che non intendiamo aspettare il 2029 per riprenderci ciò che è nostro.