«Gli aumenti di gas e luce, che in alcuni casi raggiungono anche il 50-60% in più rispetto al passato, sono una batosta incredibile per tutti i cittadini, ancora di più per i residenti della montagna dove il riscaldamento è una delle principali voci di costo delle famiglie. Se non si trova al più presto una soluzione, non solo l’assenza dei servizi, ma anche i costi insostenibili di quelle risorse energetiche fondamentali per la vita di tutti i giorni spingeranno la gente ad andarsene»: questa l’analisi del presidente del movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti, Andrea Bona, sull’andamento dei costi energetici in Italia.
«Ci sono due aspetti: il primo è quello del costo del gas, che per le popolazioni della montagna deve trovare ulteriori occasioni di riduzione del prezzo. Non si può pensare che in paesi dove il riscaldamento, per necessità e non per sfizio, resta acceso 6 mesi all’anno i cittadini e le comunità possano assorbire gli aumenti senza colpo ferire: parliamo di famiglie con bambini, di persone anziane sole, di scuole, di servizi pubblici, di impianti sportivi che sono strutture fondamentali per la socialità soprattutto dei più giovani. Se si spengono le caldaie, si chiudono i paesi. – commenta Bona – L’altro aspetto poi è quello dell’energia elettrica: è inaccettabile che il Bellunese paghi gli stessi rincari di tutto il resto d’Italia quando il suo territorio è segnato dalle centrali idroelettriche. Rinunciamo alle risorse idriche e alle nostre bellezze ambientali per subire poi la beffa di non avere un minimo vantaggio dalla produzione locale di energia: serve al più presto uno strumento di compensazione su questo fronte per il nostro territorio».