“L’istituzione di una zona franca in Comelico è una proposta da non sottovalutare, senza però dimenticare che servono soluzioni per tutta la provincia”. Il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti accoglie con interesse la proposta, partita da due commercianti comeliani e arrivata fino ai tavoli regionali.
“E’ un progetto che potrebbe aiutare la ripartenza dell’economia di quei territori; – spiegano dal movimento – se ne era già parlato durante la scorsa legislatura, ma non se ne fece nulla. Ora, invece, pare che le cose si stiano muovendo, e anche in fretta, e speriamo che si possa portare a casa il risultato il prima possibile, adeguando il provvedimento alle stringenti normative europee”.
“Lo abbiamo sempre detto: appoggiamo qualsiasi tipo di proposta concreta che possa aiutare le nostre popolazioni, soprattutto quelle delle terre alte, senza guardare al colore politico. – ricordano dal Bard – In questo caso, poi, la proposta viene direttamente dal territorio, dagli imprenditori, e non possiamo che essere felici del fatto che ci sia ancora qualcuno disposto ad impegnarsi e a lottare per il suo paese, per la sua terra”.
“Ma attenzione: – concludono dal movimento – questa è solo una piccola goccia nel mare dei bisogni della montagna. Servono anche progetti di più ampio respiro, che possano aiutare l’intero territorio provinciale; una autonomia, una specialità, che garantiscano a tutte le aree del Bellunese opportunità di rilancio e di crescita. La zona franca del Comelico può essere un primo passo, ma non potrà rimanere un caso isolato; una strada possibile? Trattenere sul territorio il residuo fiscale: per Belluno, si parla di una cifra di circa 800 milioni di euro all’anno. Se la Regione Veneto vuole avviare un percorso verso l’autonomia modello Trento e Bolzano, come dichiarato dal Presidente Luca Zaia, allora questo deve essere il primo punto in discussione nel confronto con lo Stato”.