«Raccogliamo con preoccupazione l’allarme lanciato dal deputato Federico D’Incà circa l’incertezza dell’ammontare del finanziamento al decreto Enti locali: questo governo sta facendo morire di inedia le autonomie locali, servono subito atti concreti»: la presidente del movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti, Alessandra Buzzo, rilancia le preoccupazioni del parlamentare pentastellato e torna a bussare con forza alle porte romane.
«Lo avevamo detto già da tempo, quando i sindaci e la Presidente della Provincia si erano accontentati delle parole del sottosegretario Bressa sulla questione Veneto Strade; – spiega Buzzo – volevamo risposte certe, e ancora non ne abbiamo avute. In queste settimane sono usciti i numeri dei problemi di Palazzo Piloni: mancano 28 milioni di euro per il funzionamento dell’ente, servono 100 milioni di euro per mettere in sicurezza le scuole superiori del nostro territorio. Ma ancora non sappiamo se e quanti soldi arriveranno nelle casse delle province».
«Ci preoccupano anche le parole della Presidente Larese Filon, che avrebbe affermato di non aver avuto contatti nelle ultime settimane e di attendere il decreto: – continua la presidente Bard – attesa e fiducia non sono carte che si possono giocare a questo tavolo e in questa situazione. Bisogna battere i pugni e pretendere che vengano garantiti alle province almeno i finanziamenti assicurati solamente poche settimane fa».
«A Roma dovrebbero ricordarsi che sono nel mirino del Consiglio d’Europa, e i dati che hanno fornito ai rappresentanti sono molto discordi da quanto noi e gli altri esponenti bellunesi e regionali abbiamo illustrato ai membri in visita a Venezia. – conclude Buzzo – Le autonomie locali vanno tutelate e finanziate, così come gli impegni e le promesse vanno mantenuti. Finanzino subito e interamente il decreto Enti locali e la Provincia di Belluno; il nostro obbiettivo resta sempre e comunque la trattenuta sul territorio di tutto o buona parte del gettito fiscale. Non possiamo regalare ogni anno 800 milioni di euro allo Stato e vedere quotidianamente calpestata la nostra dignità di cittadini»