di Diego Cason
Il BARD nasce per dare forza e rappresentanza alle comunità bellunesi. É un movimento d’opinione e come tale è un movimento politico. Non è un partito poiché in esso c’è spazio per persone di diverse opinioni e idee. Vorremmo costruire ponti e relazioni tra le persone non divisioni, discordia e conflitti. Non è necessario condividere ideologie o fedi per aderire al BARD, basta voler dare il proprio contributo con idee e comportamenti atti a consolidare le rete di relazioni tra bellunesi e con chi sta intorno a noi. Al BARD possono aderire persone che sono iscritte ad altri partiti e persone che non sono mai state iscritte ad alcun partito.
Vorremmo diventare uno strumento di ricerca di soluzioni per i problemi sociali ed economici della montagna bellunese. Vorremmo riuscire a mettere in campo le idee e i progetti utili per le nostre comunità.
Spira un pericoloso vento di antipolitica che non giova ad alcuno. “I veneti sono smarriti e la politica è cieca” ha affermato Mons. Mattiazzo, vescovo di Padova. Questo però non significa che il resto della società veneta e bellunese ci veda bene. Il vuoto d’iniziativa dei rappresentanti politici dei bellunesi è impressionante. Ma questo non ci autorizza alla maldicenza e al disprezzo. La politica in tempi difficili è difficile per tutti. Anche i Partiti risentono dello stesso smarrimento che avvertono i singoli. Troppo facile buttare la croce addosso agli altri. L’anti politica è il contrario esatto che quello che noi vorremmo fare ovvero politica. Impegnarci per trovare soluzioni ai nostri problemi comuni, discutendo e mediando tra le diverse idee che, per fortuna, ci sono, per trovare soluzioni possibili. Facciamo, proponiamo, diamo forza ai bellunesi, anche la politica degli altri migliorerà.
La parola d’ordine degli ultimi trenta anni è stata “fatevi i fatti vostri”. Il risultato è davanti ai nostri occhi. È, invece, necessario prendersi cura dei beni comuni, primo fra tutti delle relazioni fruttuose e positive tra persone che condividono beni e destini. Riscopriamo la virtù alpina della solidarietà, rendiamoci conto che molto del nostro benessere dipende da come si comportano gli altri e viceversa. Per questo il BARD non intende costruire una nuova conventicola, una setta, una lobby, ma diventare un luogo di discussione nel quale fare scelte, prendere iniziative, ospitare opinioni e punti di vista diversi al fine di assicurare un futuro alle comunità della provincia di Belluno.
Il BARD non ha le soluzioni pronte per i problemi dei bellunesi, si propone come luogo in cui si cercano queste soluzioni. Non abbiamo la cieca presunzione di coloro che nulla fanno, tranne criticare chi cerca di fare e fa. In questo l’antipolitica e il populismo producono danni enormi. Spesso ci siamo trovati di fronti a problemi complessi, dei quali abbiamo discusso con rappresentanti dei partiti, con amministratori e con i cittadini e spesso, alla fine, non abbiamo saputo trovare una risposta, una via praticabile, per risolvere i problemi emersi. Abbiamo invece spesso trovato disponibilità al dialogo, capacità ed impegno. Abbiamo anche incontrato resistenze ed ostilità e cecità ideologica. Ma questo non significa che in altri ambiti, negli altri partiti non ci siano persone capaci e oneste, che desiderano il bene comune tanto quanto lo desideriamo noi.
La situazione del bellunese è grave e critica sia dal punto di vista economico sia da quello sociale. La nostra struttura produttiva è più esposta d’altre alla crisi, che è soprattutto crisi della manifattura, dove gli addetti bellunesi sono il 60% del totale. La decrescita demografica è confermata anche dai dati del 2011. Il turismo soffre un calo delle presenze di circa il 30% negli ultimi mesi del 2011. La provincia, in procinto di essere eliminata come ente eletto, è privata di funzioni amministrative importanti, come le sedi della Banca d’Italia e dell’Ispettorato agrario mentre si parla di un consistente ridimensionamento del Tribunale e delle strutture ospedaliere. Tutto questo è aggravato da una situazione di recessione economica che pone molte imprese in condizioni critiche per la loro sopravvivenza.
Non è sufficiente questo per chiamare tutti, senza badare alle loro appartenenze politiche, a uno sforzo comune per mantenere condizioni adatte alla vita e al lavoro nella montagna bellunese? Possiamo essere così ciechi, egocentrici e presuntuosi da rifiutare l’aiuto di qualcuno che può sostenerci in quest’impresa? Chiediamo forse la tessera di partito, la nazionalità, il credo religioso a chi ci aiuta in un naufragio, all’infermiere che ci rianima, al medico che ci salva? Abbiamo bisogno di un comune impegno, per salvarci dalla disgregazione economica e sociale comunitaria, dal quale nessuno deve sentirsi esonerato o escluso. Il BARD nasce per questo e per questo intende agire nel prossimo futuro.