LA LIBERTA’ DELLA LIBERA SCELTA
Sul giornale di ieri il Presidente della Camera di Commercio di Belluno, prova a mettere le mani avanti annunciando come cosa fatta la fusione dell’amministrazione da lui diretta con l’omologa organizzazione di Treviso.
Dall’articolo apprendiamo che, nella fretta di annunciare il patto con cui si liquida la Camera di Commercio di Belluno, il Presidente dell’Ente Camerale non si è nemmeno premurato di accertarsi in che modo e con quali provvedimenti concreti, sarà salvaguardata l’economia del particolare territorio “completamente montano” di Belluno.
Ci tiene invece a complimentarsi con se stesso per essere stato tra i primi in Italia ed il secondo in Veneto ad adeguarsi alle richieste di razionalizzazione del sistema della Camere di Commercio auspicata dal Governo nazionale. Diciamo auspicata perché niente e nessuno obbliga ancora le Camere di Commercio a fondersi e tanto meno a unirsi all’interno della stessa regione e per di più con quella di Treviso che rappresenta una realtà territoriale ed economicamente assai diversa e distante da quella bellunese.
Noi del Bard siamo certi che la decisione del Presidente rappresenti solo aspirazione personale sua e degli altri componenti dell’organismo direttivo e che pertanto sarà garantita alle imprese sul territorio ampia possibilità di scelta a quale sistema camerale intendono aderire.
Non si capisce infatti, per quale motivo gli imprenditori del Feltrino, dell’Agordino o del Cadore siano costretti ad decidere di auto annullare la loro rappresentatività all’interno del sistema economico trevigiano quando possono scegliere se aderire alla Camera di Commercio di Trento o a quella di Bolzano che, oltre a garantire servizi migliori appositamente costruiti per la montagna, consentono anche una rappresentanza numericamente equilibrata e compatibile con gli interessi economici della nostra gente.
Si è almeno esplorata questa possibilità o si è invece forzata la mano per mettere la montagna di fronte al fatto compiuto della fusione con la pianura e fare in modo che la soluzione più ovvia e conveniente non possa essere percorsa?
Noi ci ricordiamo bene la commozione del Presidente Gigi Curto la sera della manifestazione del 24 ottobre 2012 per la salvezza della nostra Provincia e proprio per questo non comprendiamo e non perdoniamo una scelta che annulla la nostra rappresentanza economica.
Non si invochino a giustificazione provvedimenti calati dall’alto o altre scuse senza senso.
Si abbia invece la dignità di lasciare libera scelta ai territori e poi ci si faccia da parte.
Spetta ad altri ormai rappresentare la montagna e la dignità della sua gente.