di Tomaso Pettazzi
Preso atto della secca presa di posizione del Presidente degli Artigiani Luigi Curto contro la recrudescenza di campanilismi potenzialmente evocata dall’intervento del sociologo Gianmario Dal Molin, desidero soffermarmi sulla sua ultima affermazione: ” il Feltrino è destinato a divenire un’area anonima della Provincia. Come le altre”.
Noto che è anche definito storico. Ebbene, egli sbaglia soprattutto da questo punto di vista. Non sta a me ricordargli gli innumerevoli aspetti particolari delle nostre vallate. Si rechi in qualsiasi libreria della provincia, potrà notare la quantità e la qualità dei testi che trattano diffusamente le caratteristiche ambientali, paesaggistiche, culturali, storiche, antropologiche, imprenditoriali, ecc. che sono patrimonio di quello splendido caleidoscopio che è il Bellunese.
Qualche esempio? Il carnevale sappadino, l’arte del legno ampezzana, il ferro battuto di Rocca Pietore, le caratteristiche maschere in legno che ogni anno trovano ospitalità e confronto a Fornesighe, le particolarissime Ville venete sparse nella favolosa Vallata bellunese, l’arte eccelsa degli Zoldani nella produzione del gelato, la tradizione ottica cadorina. E poi, quale altra zona racchiude in poco spazio popolazioni così diverse come i Ladini, siano essi Fodom, dell’Oltrechiusa, di Ampezzo, del Comelico o del Centro Cadore, i Ladinoveneti zoldani, le popolazioni di lingua tedesca di Sappada (Plodn) con le sue blockhaus di legno ad incastro, o dell’Altipiano del Cansiglio, di origine Cimbra, oltre, naturalmente, le popolazioni dal dolce accento veneto?
No, caro professore, lei ha sbagliato analisi. Faccia qualche capatina, anche nel meraviglioso periodo invernale, in alcune delle zone che ho ricordato innanzi, avrà modo di ricredersi.
Soprattutto spero possa così abbandonare quell’abitudine, purtroppo assai diffusa tra di noi, di piangersi addosso e di darsi per perdenti di fronte alle prime difficoltà. Le dirò di più, se riusciremo ad organizzare in un prossimo futuro, la festa delle genti Bellunesi, è fin d’ora invitato a parteciparvi. Sarà la migliore occasione per verificare la vitalità delle nostre vallate e seguire così il percorso della nostra rinascita, fortemente voluta da molti giovani, desiderosi di imprimere al Bellunese una svolta che da tempo è necessaria e che ora ha trovato impulso nel nostro Comitato referendario.
Il tempo passa e ci darà ragione.