Il direttore Omar Monestier interviene dal suo blog nel dibattito sul futuro della nostra provincia, prendendo spunto da alcune osservazioni contenute nel recente articolo di Diego Cason pubblicato il 2 marzo scorso sulle colonne del Corriere delle Alpi.
I bellunesi scomparsi e i politici sonnacchiosi
Diego Cason, sociologo, bellunese, montanaro come me scrive sul Corriere che la provincia di Belluno ha perso più di mille abitanti lo scorso anno. Che sono scesi a 800 solo grazie agli immigrati.
Ho titolato in prima pagina il suo articolo: la grande fuga dei bellunesi.Si scappa dalle montagne, si scende dalle zone disagiate, il fondovalle cresce a scapito delle località montane che non siano eccellenze turistiche, come Cortina.
Ma male leggere l’articolo di Cason e fa male perchè si capisce che intorno a noi la nostra rappresentanza politica, la nostra classe dirigente, la Regione, tutti insomma, pensano ad altro. Ci si accapiglia, giustamente, su Bim Gsp, i sindaci si lamentano dei tagli, i consiglieri regionali pigolano sulla nostra marginaltà… ma non succede nulla. Secondo Cason l’autonomia della provincia è la soluzione di tutti i mali, lo stop a ogni forma di declino. Può essere. Ma finchè non arriva non c’è veramente nulla che possiamo fare? Dalle unioni dei Comuni, alla rimodulazione delle nostre priorità? In campagna elettorale avete mai sentito parlare di spopolamento, di risorse idriche, di turismo sostenibile?La risposta alle questioni poste da Cason è una sola: cambiare prospettiva noi per primi. Obbligare i sindaci a occuparsi di questo e non solo di sagre e marciapiedi o di piscine faraoniche (come quella di Tambre). I ragazzi se ne vanno perchè non hanno prospettive di lavoro. I laureati non ritornano perchè sarebbero sottoutilizzati. Eppure la provincia di Belluno non è un luogo dal quale fuggire. Al contrario. Le nostre montagne sono bellissime, l’aria è tersa e la gente schietta.
In questa campagna elettorale dobbiamo obbligare i candidati e i partiti ad occuparsi di questo. Si vota a Belluno, Feltre, Cortina e in quasi tutti i centri maggiori, non dobbiamo accontentarci delle solite litanie iperlocalistiche. Il Bard cerca di dare ai bellunesi una nuova forma politica ma io credo che ci voglia anche una maggiore percezione della realtà da parte dei candidati che non sanno, o non hanno ancora avuto l’opportunità di comprendere, che devono stare dentro un progetto più grande. Quel progetto non è il loro municipio ma la provincia di Belluno.