dal Gazzettino di domenica 11 dicembre 2011
IL COMITATO BELLUNO AUTONOMA Emendamento al decreto Monti, presto gli Stati Generali
«Ha le minoranze, Provincia da salvare»
«La situazione ci sta crollando addosso senza che le forze politiche ci vengano incontro, ci attendono nuovi periodi di emigrazione e di povertà». Il Comitato Belluno Autonoma Dolomiti Regione torna a issare la bandiera dell’autonomia come unica strada possibile per salvare il territorio bellunese da morte certa. Il primo passo è evitare lo svuotamento dell’ente Provincia «ritenuto a torto un ente inutile». Se tutto resta così com’è, stando al decreto-legge «Salva Italia» di Mario Monti, i bellunesi non andranno al voto la prossima primavera per rinnovare gli organismi provinciali.
Il Comitato ha sollevato una serie di dubbi di costituzionalità ed ha affidato al costituzionalista Daniele Trabucco dell’Università di Padova l’incarico di redigere il testo di un emendamento presentato venerdì dall’onorevole Margherita Miotto alla commissione competente con l’appoggio dei presidenti delle Province di Sondrio e di Verbania.
In pratica si fa leva sulle minoranze ladine (presenti in 39 Comuni bellunesi) e germanofone (3) per evitare che la scure dei tagli si abbatta sulla Provincia di Belluno. Nella sostanza si chiede di aggiungere all’articolo 23 del decreto un comma, il 20 bis, con una deroga per «le Province montane delle Regioni ordinarie in ragione delle loro peculiarità morfologiche ed etnico-linguistiche».
«Il secondo passo – ha spiegato Moreno Broccon del Comitato Belluno Autonoma Dolomiti Regione – sarà quello di scrivere a tutte le cariche dello Stato chiedendo che la Provincia di Belluno mantenga la sua esistenza e le venga riconosciuta una sua specificità come Trento e Bolzano. Terzo: chiameremo a raccolta tutti gli Stati Generali, anche le autorità religiose provinciali, per decidere cosa fare di questa terra e che futuro dare alle prossime generazioni.
Noi seguiremo tutte le vie per portare la provincia di Belluno, o parte di essa, in Trentino Alto Adige anche con forme disgregative per permettere alle singole comunità di salvarsi. E la prossima settimana – ha concluso Broccon – fonderemo il movimento autonomista non più finalizzato solo al referendum, ma all’autonomia».