di Tomaso Pettazzi
Reduce, da spettatore, dagli Stati generali della Provincia indetti dalla CCIAA locale, mi sento di esprimere un forte disagio per quanto lì avvenuto.
Innanzitutto l’esiguo numero dei partecipanti, erano presenti poco più di una ventina di Sindaci, ha di fatto tolto autorevolezza ad un incontro che avrebbe dovuto rappresentare il momento più alto di sintesi di come il Bellunese viva questa stagione terribile e cosa proponga per la sua soluzione.
E poi, di fronte alle immense mancanze quotidianamente testimoniate dai mass media, si è preferito discutere su quali e quante mansione dovrebbero essere demandate ai possibili Enti sostitutivi della Provincia stessa, dando per scontati, senza alcun tentativo, ed orgoglio, di difesa, il suo declassamento e fine ingloriosa. Doglioni è uno storico, credo quindi reputi appropriata a tal proposito la frase: ”dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, cioè “mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”.
Una delle poche proposte valide, che avrebbe avuto una valenza di unità politica territoriale, è stata la richiesta di Sergio Reolon. Sottoscriviamo, suggeriva, un documento di richiesta per il mantenimento di una Provincia di primo livello, quindi con mansioni prettamente politiche, non solo di vago indirizzo di intenti. Sostenuta, a voce, dalla stragrande maggioranza dei presenti, è stata bocciata in nome di una deprecabile necessità di attesa del parere dei non presenti. Col plauso del solito Toscani, utopisticamente legato al sogno della macro Magnifica Comunità Cadorina, che tutto sopirà e tutto risolverà. E con il silenzio colpevole delle Associazioni di categoria e dei Sindaci nel complesso. Invito chi era a favore a renderlo noto alla cittadinanza.
Infine, ciliegina sul frutto avvelenato, la dichiarazione dello stesso Presidente Doglioni che invitava a non sottilizzare su primo o secondo livello, definendo la differenza una semplice questione lessicale. Qualcuno, spero, gliela spiegherà in seguito.
Da parte sua, il Commissario prefettizio Capocelli ha svolto egregiamente il suo compito di esecutore (leggesi eliminatore) della Provincia. Convitato di pietra, non è intervenuto nemmeno su richiesta ed alla fine s’è allontanato, dribblando pure i giornalisti che lo inseguivano per avere commenti.
In definitiva una pessima mattinata, che verrà purtroppo ricordata tra le pagine più fosche da chi scriverà la nostra storia recente. Un vero e proprio de profundis.
Unica nota positiva: finalmente c’è la prova provata che i Bellunesi non possono attendersi nulla di buono da questa genia di pavidi, ma devono rimboccarsi le maniche per trovare solo in se stessi la forza di redenzione dalla situazione disperata in cui siamo precipitati.