Sabato 28 aprile 2012 il nostro Movimento – BARD Belluno Autonoma Regione Dolomiti – ha tenuto presso la Sala degli Affreschi di Palazzo Piloni (sede della Provincia) una conferenza stampa di presentazione del ricorso al TAR del Veneto, contro la mancata convocazione dei comizi elettorali per la Provincia di Belluno. Di seguito l’articolo pubblicato dal Corriere delle Alpi:
Bard all’attacco: «Si deve ridare l’ente Provincia a Belluno»
Il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti (Bard) dopo il ricorso al Tar: «Non smetteremo di chiedere giustizia e autonomia per questo territorio»
BELLUNO. Ridare la Provincia a Belluno e il diritto ai cittadini di scegliersi i loro rappresentanti nelle autonomie locali. Ci va giù duro il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti (Bard), che ha promosso ricorso al Tar del Veneto, con istanza di legittimità alla Corte Costituzionale, contro la decisione del ministero dell’Interno e del Prefetto di Belluno di non indire i comizi elettorali per il rinnovo degli organi di governo della Provincia. Al ricorso, che approderà nelle mani del giudice mercoledì, hanno aderito 19 firmatari. Assieme a membri del Bard ci sono anche gli ex presidenti della Provincia Oscar De Bona e Sergio Reolon, il sindaco di Belluno, Antonio Prade e i segretari provinciali o i rappresentanti dei principali partiti politici (Pd, Lega, Pdl, Idv).
«Noi siamo la Provincia ora», afferma il Bard, «con quest’atto i sottoscrittori del ricorso hanno esercitato il diritto di ogni cittadino a promuovere, sostituendosi di fatto alla stessa Provincia, un’azione popolare per vedere riconosciuta l’utilità di ritornare a un modello di piena partecipazione alla vita democratica della collettività bellunese». I promotori del ricorso intendono così tutelare «non solo il diritto dei bellunesi alla piena legittimità democratica della loro Provincia, ma anche riaffermare l’assoluta necessità di un ente territoriale in grado di esercitare pienamente la particolare autonomia ora assegnata a Belluno dallo Statuto della Regione».
Autonomia che così diverrebbe di difficile attuazione. Nell’ambito dell’approvazione del cosiddetto decreto Salva Italia «si è inferto un colpo irreversibile all’autonomia amministrativa, funzionale, organizzativa e finanziaria delle Province». Ciò perché il testo «non sopprime formalmente le Province, ma di fatto sostanzialmente le svuota delle loro natura costituzionale. Questo significa, per Belluno, cancellare ogni prospettiva di un miglioramento della competitività economica e territoriale rispetto alle Regioni autonome del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia, condannando irreversibilmente la nostra provincia a un rapido declino economico e sociale».
Gli estensori del ricorso, Gabriele Leondini, Daniele Trabucco e Giuliano Rizzardi, hanno delineato la natura del problema giuridico posto con la riduzione, attuata tra l’altro con il sistema della decretazione d’urgenza, delle Province ad enti di secondo grado, e la grave lesione che così si è prodotta al sistema delle autonomie garantito dalla Costituzione e dalla Carta Europea delle autonomie locali. Sgombrato il campo dalle “pretestuose” giustificazioni addotte per tale atto, in particolare quelle di natura economica «resta evidente il tentativo del governo centrale di risolvere l’attuale crisi colpendo proprio le autonomie locali».
Il Bard non indietreggia: «Non smetteremo di chiedere giustizia e autonomia per la Provincia di Belluno, convinti che questa sia la strada giusta non solo per un corretto sviluppo economico ma anche per la necessaria assunzione di responsabilità, soprattutto nel controllo della spesa, che ogni esperienza di autogoverno comporta. Per questo motivo chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli Interni di provvedere con assoluta urgenza alla convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo democratico degli organi elettivi della Provincia di Belluno».
Ezio Franceschini