La notizia giunta da Roma che prevedere la deroga per la Provincia Belluno, in quanto totalmente montana insieme a Sondrio, riconosce chiaramente una specificità alla nostra terra e ci riempie di gioia e speranza. Gioia per i 4000 Bellunesi che sono scesi in piazza il 24 ottobre, così per per tutti quelli che hanno seguito la manifestazione da casa ed avrebbero voluti essersi. Per le istituzioni Bellunesi, che non si sono arrese ad un futuro infausto e di marginalità, che sembrava già scritto. E per tutte le persone che hanno inciso con il loro lavoro, magari silenzioso, perché questo risultato potesse essere deciso nelle sedi di governo.
E c’è speranza. Perché se una cosa è certa è che il percorso è appena cominciato ed ora dobbiamo costruire le nostre istituzioni con una Provincia Autonoma, elettiva e in una regione alpina. Come Trento e Bolzano.
Anche per questo va riconosciuto pienamente il merito ai comuni referendari, che per primi hanno messo in evidenza il disagio del vivere in montagna in una regione di pianura. E per primi, con coraggio, hanno indicato una strada, ora seguita coraggiosamente da molti altri.
Non ci fermeremo, finché i Bellunesi non avranno le condizioni per poter vivere in montagna come i nostri vicini. Con i Bellunesi, questa volta, andremo fino in fondo.