Belluno (Dolomiti, Veneto), 11 gennaio 2013 – Positivo l’incontro tra i rappresentanti del BARD e i promotori del referendum di Cortina D’Ampezzo, Fodom e Colle Santa Lucia, Siro Bigontina ed Elsa Zardini, per il passaggio in Alto Adige tenutosi sabato 5 gennaio a Cortina.
Gli esponenti ampezzani hanno evidenziato le peculiarità storiche del loro referendum che mira a riportare i tre comuni nell’area tirolese storica da cui sono stati staccati dopo la prima Guerra Mondiale ed hanno regalato ai rappresentanti del BARD un dossier con la lunga storia referendaria del comune ampezzano.
Moreno Broccon, presidente del Bard, ha spiegato i motivi storici, economici e politici che hanno spinto alla creazione di un movimento che cerca un’autonomia per la provincia di Belluno e di come, i recenti referendum per il passaggio di regione, sono l’espressione della grave situazione di disagio che soffrono i comuni più periferici, dove la carenza di lavoro e la mancanza di leggi specifiche per il territorio montano sta portando allo spopolamento e all’abbandono del territorio.
Andrea Bona, rappresentante del comitato referendario di Feltre, ha ricordato che tutta la provincia di Belluno è area interamente montana e come tale classificata dall’Unione Europea. Il suo territorio guarda al Trentino come un esempio di buona gestione e di tutela attività della montagna con legami che progressivamente diventano più forti.
Marinella Piazza, coordinatrice del BARD per la valle del Boite, ha riportato gli aspetti di sofferenza delle popolazioni che abitano queste vallate che ora attivamente si stanno muovendo per chiedere un passaggio ad una regione che ha attenzione e politiche a favore di chi vive nei territori più disagiati.
Francesca Larese Filon, presidente della Federazione dei Ladini del Veneto, ha ricordato la difficile condizione delle popolazioni di minoranza linguistica che soffrono doppiamente la crisi economica e che incominciano ad abbandonare il territorio alla ricerca dil avoro nelle aree vicine, prima fra tutte quella della Val Pusteria dove l’economia turistica, ma anche industriale sta dando occupazione ad una parte di quei lavoratori rimasti a casa dopo la chiusura delle fabbriche di occhiali che hanno permesso il benessere al Cadore ladino.
Un incontro di confronto su temi cari a tutti quelli che vogliono salvare un territorio in crisi da cui nascerà un manifesto di proposte pratiche per la nascita di una provincia di Belluno autonoma.