Il Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti annuncia la sua partecipazione al convegno di lunedì, organizzato dal Partito Democratico locale, sulla “Provincia di Belluno – Polveriera pronta ad esplodere”.
«Vogliamo capire come farà a giustificarsi chi ha creato questa situazione di sfiducia e tensione. – commentano dal Bard – Siamo arrivati a questo punto per la politica centralista e contro le autonomie locali che questo governo ha portato avanti fin dal suo insediamento».
«La Legge Delrio, i tagli a Province e comuni, enti costretti a ridurre i servizi per la riduzione dei trasferimenti: sono queste le cause che rischiano di portare all’esplosione e alla disgregazione del nostro territorio. Siamo in una polveriera perchè si sono approvati provvedimenti che penalizzano i territori marginali, e a forza di “oppressione” o si soccombe o si reagisce», sottolineano dal Bard.
«Temiamo però che sia l’ennesima auto-incensazione di un partito che alla montagna non ha più nulla da dire e non ha mai avuto nulla da dare. – concludono dal movimento – Guardando la scaletta degli interventi, capiamo già il tenore della serata: attacchi ai comuni referendari, premi a chi fonde i comuni, sostegno alla protesta di chi non gode di fondi e non può fuggire da questa regione. Ricordiamo che i fondi di confine, oggi presieduti dall’onorevole De Menech, sono nati grazie ai referendum per il passaggio di regione; che il Bellunese è entrato nella discussione alla Camera grazie al referendum di Sappada. Vogliono forse rinnegare quanto fatto e i risultati ottenuti e arrivare così alla chiusura dei fondi di confine? Perchè a questo porterà un dibattito, o meglio un monologo, indirizzato su questi binari».
Infine, un’ultima annotazione sulla questione referendaria: «Val di Zoldo comune che “non può chiedere il passaggio ad altra regione”? Beh, -. commentano provocatoriamente dal Bard – nemmeno Colle Santa Lucia è comune di confine, ma si è potuto aggregare alla consultazione di Livinallongo del Col di Lana e Cortina d’Ampezzo. Vogliamo dargli uno sbocco in Friuli? Si faccia un referendum del Longaronese, per Longarone e Val di Zoldo! Vorremmo poi ricordare che tra poco più di un mese entreremo nel 2018: nel 2013 si svolsero nove consultazioni (7 a febbraio, 2 ad aprile), dal Feltrino all’Agordino. Visti i risultati di Sappada, ricordiamo che quelli falliti possono essere riproposti dopo cinque anni…».