“Se la politica non è in grado di mantenere le promesse, si costituisca la Regione ordinaria Dolomiti con la sola Belluno, così ci potranno essere risorse e leggi specifiche per il territorio”: questa la proposta arrivata dal movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti durante la manifestazione di domenica in Corso Italia a Cortina.
Tutti i membri del consiglio federale, armati di cartelli con i volti e le dichiarazioni dei rappresentanti locali e nazionali del Governo, sono scesi nel cuore della Regina delle Dolomiti: uniti da un cordone giallo-blu, dietro lo striscione “Non prendeteci in giro. Belluno autonoma subito”, hanno percorso più volte il cuore della località ampezzana. Obbiettivo, far “gettare la maschera” a chi, negli anni, ha promesso autonomia e elettività al Bellunese: dall’ex premier Enrico Letta ai ministri Boschi e Delrio, fino ai bellunesi De Menech e Bressa.
“Ho scelto io stessa di sfilare con la foto del sottosegretario Bressa – spiega Alessandra Buzzo, presidente Bard – per ricordare a tutti che stiamo ancora aspettando una risposta alla lettera aperta che gli ho inviato pochi giorni dopo la mia elezione a presidente, poco più di un mese fa. Il movimento e i bellunesi hanno diritto di sapere se c’è la volontà e la possibilità di mantenere fede alla parola data. Se non è possibile, lo si dica; ne prenderemo atto e ognuno farà le proprie valutazioni”.
Il corteo autonomista ha sfilato lungo Corso Italia tra la curiosità e l’interesse di residenti e turisti: in molti si sono avvicinati per chiedere informazioni e esprimere sostegno; rare, invece, le critiche.
“Abbiamo raccolto le simpatie di tanti, – commenta il vicepresidente Andrea Bona – e stiamo pensando di riproporre questa manifestazione anche in piazza Walther, a Bolzano, per chiedere anche ai nostri cugini trentini e altoatesini il rispetto dei patti sottoscritti più di un anno fa”.
Da qui la proposta: “L’obbiettivo è sempre la Regione Dolomiti: Trento e Bolzano non vogliono farla con noi? Bene, facciamola da soli: istituire una regione ordinaria non comporta concedere ulteriori statuti di autonomia; c’è un limite legislativo di almeno un milione di abitanti, ma esistono già eccezioni, come la Val d’Aosta – 130mila – o il Molise – 330mila. Non potrà essere un problema per un territorio interamente montano confinante con stato estero, riconosciuto per questo specifico dal Governo nazionale: si faccia la Regione Dolomiti ordinaria con i 200mila abitanti di Belluno, così potremo fare leggi adatte al territorio e gestire in modo mirato le risorse”.
“E’ una storia che si trascina da troppo tempo, non solo dalle elezioni regionali e dall’accordo elettorale tra Governo e Bard. – conclude Alessandra Buzzo – Chi si assume un impegno, deve portarlo a termine, oppure dichiarare l’impossibilità di ottenere risultati, ma solo dopo aver provato in tutti i modi a raggiungere l’obbiettivo”.
Ma non finisce qua: la mobilitazione si è spostata dalla strada alla piazza, quella virtuale. Al termine della manifestazione, sul canale Youtube del Bard e sulla pagina Facebook è stato caricato un filmato che ripercorre quanto accaduto negli ultimi anni, con le dichiarazioni pubbliche dei rappresentanti politici e i loro impegni per l’autonomia e la specificità del Bellunese.