“Siamo felici che siano in molti oggi a salire sul carro dell’elettività della Provincia di Belluno, ma è tempo che chi di dovere rispetti gli accordi di oltre un anno e mezzo fa”: il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti torna sugli effetti del post-referendum e torna a chiedere il rispetto dell’accordo siglato col Governo in occasione delle elezioni regionali.
“La vittoria del no è stata significativa ed importante per noi, perchè abbiamo potuto mantenere aperta la porta dell’elettività e dell’autonomia, ma non c’è nulla da festeggiare; lo avevamo spiegato, questa per noi è stata una battaglia politica, nel senso nobile del termine, non partitica o di contrapposizione”, commentano dal movimento.
“Adesso che il “no” ha scosso le coscienze di molti, anche di quelli che elogiavano l’ente di secondo livello, – sottolineano dal Bard – l’elettività per la Provincia sembra essere tornato argomento d’attualità. Bene, dunque: se c’è questa unità d’intenti da sinistra a destra, cosa si aspetta a far rispettare l’accordo siglato ormai nell’aprile 2015 anche dai massimi esponenti del Governo? Se la trattativa si era incagliata in previsione della cancellazione della province dalla Costituzione, questo spettro ora non c’è più: avanti spediti e senza timori, dunque”.
Resta però da gestire questo periodo di transizione, ed in vista del rinnovo delle cariche della “provincia dei sindaci” il Bard si sta già muovendo: “Abbiamo la ferma volontà di presentare una nostra lista alle prossime elezioni di secondo grado, in calendario l’8 gennaio. Stiamo già prendendo contatti con primi cittadini e consiglieri per raccogliere candidature e firme; questa non è certo l’assetto istituzionale che vogliamo per la Provincia, ma questo c’è per ora e pensiamo sia fondamentale essere presenti in consiglio per partecipare attivamente alla vita politica di questo ente, in attesa del ritorno della vera democrazia e autonomia locale”.