Il Movimento BARD (Belluno Autonoma – Regione Dolomiti) visto l’esito della riunione di una parte dei Sindaci bellunesi per definire l’assetto amministrativo del nuovo ente provinciale:
- ringrazia la candidata Vania Malacarne, la candidata Alessandra Buzzo, per la generosa disponibilità ad assumersi un ruolo agro e difficile nel far emergere i problemi di rappresentanza del Cadore e dell’Agordino;
- ringrazia la candidata, Daniela Larese Filon che, nonostante le rilevanti difficoltà, ha accettato l’incarico per la nuova presidenza;
- ringrazia i Sindaci che hanno compreso come il rivendicare la presidenza ad un Sindaco delle Dolomiti non era e non è un capriccio inconsistente, ma una necessità di riequilibrio e di equità strategica per mantenere un sentire ed un agire comune, al fine di affrontare i gravissimi problemi sociali, economici ed amministrativi del nostro territorio;
Il BARD:
- sottolinea la propria soddisfazione nell’aver saputo difendere questo importante riconoscimento richiesto apertamente e motivatamente nelle settimane scorse a tutte le forze politiche mediante il proprio manifesto pubblico composto di proposte e contenuti e non di richieste di spartizione di “careghe”;
- rileva come la Legge di riforma delle Province sia una legge mal fatta con un meccanismo elettorale non democratico e inefficiente dalla quale derivano molte delle difficoltà a trovare candidati Presidente e Consiglieri in tutt’Italia;
- conferma che l’elettorato indiretto, ristretto ulteriormente ai soli Sindaci, è un sistema sbagliato e incapace di produrre solidarietà tra le comunità e tra i soggetti che assumono il compito di assicurare rappresentanza e composizione degli interessi comuni;
- afferma che, non avendo Sindaci, il meccanismo elettorale scelto, di fatto, esclude il BARD dalla competizione e che questo non ci piace, visto che il nostro movimento è quello che più di ogni altra forza politica ha tentato di tutelare con tutti i mezzi leciti il ruolo e una diversa funzione dell’ente provinciale, ora chiamato con pessima denominazione di “area vasta”. Invece chi ne ha determinato la trasformazione e ne desiderava l’eliminazione e poi il depotenziamento, ritiene di essere l’unico capace di guidarlo;
- afferma che imputare al BARD, che tra i suoi associati ha un ventina di amministratori e, quindi, quasi nessun peso elettorale, la responsabilità di dividere i Sindaci e le comunità è affermazione che denota una inadeguata capacità di analisi numerica e la malcelata necessità di scaricare le colpe di una politica spartitoria e priva di ogni altro contenuto utile al territorio;
- conferma che la partecipazione al Consiglio debba essere aperta a tutti i soggetti del bellunese e non sono ad alcune parti.
Comunque vada la competizione elettorale e qualsiasi sia il risultato, il BARD assicura al Presidente eletto il proprio sostegno al fine di consolidare le relazioni tra i Comuni e la Provincia al fine di rafforzare la capacità di difendere gli interessi delle comunità dolomitiche bellunesi dentro e fuori il territorio bellunese.
Unica e sufficiente ragione costitutiva del movimento BARD.