Faremo valere le nostre 19mila firme. Da destra a sinistra tutti uniti per il futuro della nostra montagna
dal Corriere delle Alpi del 04.11.2011; intervista a Moreno Broccon:
BELLUNO. Una dote di 19mila firme. Logico che ora, dopo la caduta dell’amministrazione Bottacin e in vista delle prossime elezioni provinciali, i partiti tornino a fare le fusa al comitato “Belluno autonoma”. Ma loro, i referendari, continuano per la loro strada: «Chi vuole il nostro appoggio», spiega il portavoce Moreno Broccon, «deve presentare un programma basato su tre punti fondamentali: la difesa dell’ente Provincia dai tagli pensati dal Governo, l’acquisizione di tutti i diritti sanciti dallo Statuto regionale e l’obiettivo primario, quello per cui ci battiamo da tempo: l’autonomia. La prossima dovrà essere una legislatura costituente, poi, tra cinque anni, fatta l’autonomia, potremo tornare a pensare ai programmi basati sugli schieramenti politici».
Basta, quindi, bandiere politiche, centrodestra o centrosinistra. Broccon sogna un movimento trasversale: «Il futuro della nostra provincia è seriamente in pericolo. Ecco perché chiamiamo a raccolta tutte le intelligenze bellunesi per ottenere l’unico risultato che ci consentirà di guardare al futuro con ottimismo. Dovremo essere uniti sotto un’unica bandiera, quella dell’autonomia bellunese. Il nostro sogno è quello di presentarci alle prossime elezioni provinciali con uno schieramento trasversale. Perché una cosa deve essere chiara: Belluno non ha alternative all’autonomia».
Il comitato referendario chiama a raccolta la società civile bellunese: «Tutte le persone che vogliono lottare con noi, saranno le benvenute, con la speranza che anche gli uomini di partito comprendano l’eccezionalità di questo momento storico, lasciando da parte le beghe e la caccia alle poltrone. Se la nostra idea dovesse funzionare, consegneremo alla prossima generazione un futuro migliore».
Broccon è convinto: questa battaglia può essere vinta. «Abbiamo buone chance da giocarci, ma anche se queste fossero poche, avremmo il dovere di provarci, perché non ci sono alternative. La caduta di Bottacin insegna che non si può governare un ente con un bilancio in rosso. Il nostro obiettivo è il raggiungimento dell’autonomia come Trento e Bolzano, da graduare sulla nostra realtà».
Importante il supporto del territorio: «Un numero considerevole di sindaci, le associazioni di categoria e la federazione dei ladini hanno appoggiato il nostro ricorso al Capo dello Stato contro la bocciatura del referendum provinciale da parte della Cassazione. E fino a metà novembre potranno dare il loro “supporto ad adiuvandum” anche coloro che non l’hanno ancora fatto. Il territorio crede nell’autonomia, ora toccherà alla politica assecondare la volontà dei bellunesi».