“Sul caso Sappada il Partito Democratico sta andando in confusione: basta con gli appelli e le promesse, diano una risposta chiara e unitaria”. Il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti torna alla carica, dopo le notizie che nelle ultime ore hanno interessato la comunità sappadina.
“Martedì la Presidente del Friuli Venezia Giulia ha rilanciato il passaggio di regione di Sappada, – commentano dal Bard – mentre nemmeno 24 ore dopo i suoi colleghi a Roma hanno bocciato la richiesta della senatrice Raffaela Bellot di portare in aula la discussione sul tema. Che idee hanno? Cosa vogliono fare? Quale è il loro progetto, non solo per Sappada, ma per la provincia bellunese?”
“Nel corso della nostra assemblea, abbiamo potuto ospitare i referendari sappadini. – continuano dal movimento – Una frase ci ha colpiti: la derubricazione in Senato del caso Sappada è sintomo del disinteresse verso il caso Belluno e il caso montagna. E’ ora di finire di dire a Belluno una cosa, a Udine un’altra, a Venezia una terza ancora e a Roma non dire nulla, per mantenere lo status quo”.
“Questo caos è opera di quelle che abbiamo definito “forze di governo reazionarie e conservatrici”, che non intendono concedere autonomia, poteri e democrazia ai territori periferici, accentrando competenze e decisioni”.
“Siamo d’accordo col senatore Piccoli nel chiedere al Pd finalmente una risposta chiara ai bisogni di Sappada e di Belluno. – concludono dal Bard – Ma per noi la risposta non può essere l’ennesimo fondo di confine, che fa pagare alle autonomie locali le mancanze dello Stato centrale; serve una provincia forte, elettiva, rappresentativa, autonoma, ente che la legge Delrio non ci concede, nonostante i proclami. Per questo lanciamo un appello ai politici bellunesi: appoggiate le nostre battaglie per l’elettività, per ridare a questo territorio un ente – che si chiami provincia o comunità dolomitica non ci interessa – che sia in grado di rappresentare i suoi abitanti, che possa governare e dirigere questo momento di forti cambiamenti. Il nostro accordo per il ripristino dell’elettività è uno strumento, ma tante altre – dalla revisione della legge Delrio fino al referendum costituzionale di ottobre – possono essere le vie per raggiungere l’obbiettivo e siamo pronti a condividere questo impegno con chi vuole seriamente impegnarsi nel raggiungerlo”.