Più rappresentanza in consiglio per le “terre alte”, tutela alle minoranze e una gestione politica più corrispondente al territorio: questa la Provincia che nascerà grazie all’accordo del Bard con il Governo.
“Dobbiamo dimenticare la “vecchia” Provincia, quella che abbiamo conosciuto prima del commissariamento e dell’arrivo dei sindaci. – spiega Andrea Bona – La modifica alla legge Delrio che abbiamo ottenuto prevede uno sforzo anche da parte dei bellunesi: il nostro assetto sarà simile a quello trentino, organizzato in comunità di valle. Ad ogni zona saranno garantiti posti in consiglio, anzi: chi scriverà il nuovo Statuto provinciale potrebbe anche decidere di dare più rappresentanza alle terre alte rispetto alla Valbelluna, dove storicamente si accentra il potere politico”.
“Nell’accordo col Governo viene data grande importanza alle minoranze linguistiche presenti nel Bellunese. – continua Danilo Marmolada – L’obbiettivo sarà quello di garantire ruoli in consiglio anche ai rappresentanti del mondo ladino, così come alle realtà germanofone e ai tre comuni della Ladinia storica. L’idea è di ricalcare le tutele offerte dalla Provincia autonoma di Bolzano: se non proprio una realtà bilingue, almeno un ente in grado di dare rappresentanza, voce e tutela a tutte le minoranze, linguistiche e culturali, presenti nel Bellunese”.
“La storia della nuova provincia – concludono i due candidati di Veneto Civico – è ancora tutta da scrivere, ma questa volta la penna non è in mano a qualcuno a Roma o a Venezia, ma possiamo e dobbiamo deciderla noi. Con l’accordo Bard-Governo abbiamo dato vita al primo capitolo di questa nuova storia, ma a completarla dovranno essere i bellunesi”.