“All’ex Consigliere regionale Reolon non piace l’accordo che il BARD ha promosso con Alessandra Moretti e il PD nazionale per il ritorno dell’elettività diretta del Consiglio provinciale. Questo non è un nostro problema”. Così il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti replica alle accuse dell’ex consigliere provinciale e regionale, Sergio Reolon.“Se il BARD fosse un partito, non avrebbe avuto bisogno di una lista civica esterna in cui essere ospitato, invece, è stato necessario farlo, perché la legge elettorale veneta (votata anche da Reolon), impedisce alle liste di presentarsi in un solo collegio. La politica è fatta di mediazione e compromessi, se si vogliono raggiungere obiettivi sarebbe stata comunque necessario un interlocutore nazionale con cui collaborare. É invece paradossale che il candidato Reolon agisca contro le decisioni prese dal suo partito, mettendo a rischio la prospettiva di portare a casa risultati per il territorio che, nelle condizioni in cui siamo, è l’unica cosa che conta. L’accordo prevede il ritorno alla elettività diretta del consiglio provinciale e del suo Presidente, per ridare dignità a delle comunità sottorappresentate e fragili. Al posto di seminare zizzania, l’ex consigliere regionale potrebbe fare la sua parte, noi siamo sempre disponibili al dialogo. Al momento l’iter legislativo sta procedendo in Parlamento grazie all’aiuto dei deputati De Menech, Dellai e Alfreider”.
“Auspichiamo, inoltre, che sia al più presto chiarita la nomina dei Consiglieri regionali, il cui primo nome fatto era stato quello della nostra candidata Alessandra Buzzo. Non siamo il capro espiatorio per altri e le beghe di partito le lasciamo all’ex Consigliere Reolon; il PD farà le proprie riflessioni in seguito alla sconfitta elettorale per suo conto, senza tirare il ballo il BARD, che la propria campagna elettorale l’ha fatta al meglio delle proprie ridotte possibilità, ottenendo anche l’elezione di un proprio Consigliere. E tale sarebbe stato il risultato elettorale, se Reolon e altri, non avessero impropriamente esercitato pressioni sull’Ufficio elettorale regionale inviando memorie per suggerire un’interpretazione della legge piuttosto di un’altra. Si comprende – concludono dal BARD – come sia sgradevole perdere una competizione elettorale ma è ancora più sgradevole dare sempre la colpa a qualcun altro”.