Nelle ultime settimane è stata presentata da governo la riforma dell’istruzione che il premier Matteo Renzi ha definito come “rivoluzione” che darà una svolta nel mondo della scuola sia sul fronte assunzioni sia per quanto riguarda la qualità dell’insegnamento.
A nostro parere un servizio imprescindibile per lo sviluppo culturale del nostro territorio, strettamente collegato anche al mondo della scuola, è sicuramente la Rete Provinciale Biblioteche che, come è stato segnalato a mezzo stampa negli ultimi giorni, a causa dei taglia voluti dalla riforma Delrio e dalla legge di stabilità, sembrerebbe non avere più i fondi necessari per continuare ad operare.
Solo alcuni numeri per far capire l’importanza di questo ufficio gestito dalla provincia. Questo servizio comprende 65 biblioteche con un catalogo di oltre 347.000 referenze che hanno effettuato l’anno scorso ben 151.450 prestiti in tutta la provincia di Belluno. Grazie a questo sistema di connessione è possibile inoltre effettuare anche il prestito interbibliotecario in tutte le biblioteche che partecipano alla suddetta rete. Un servizio fondamentale e dal nostro punto di vista anche democratico perché rende possibile a tutti, anche a quelli che abitano in montagna, di fruire del patrimonio culturale che scaturisce dai libri senza costi aggiuntivi.
Se l’ufficio che coordina questo servizio venisse chiuso, il prestito interbibliotecario gratuito sarebbe il primo a venir messo a pagamento per permettere anche alle piccole biblioteche di sostenere gli oneri di questo genere di servizio con costi sempre più difficili da gestire anche e soprattutto dai piccoli comuni del nostro territorio.
Ma questo è solo un esempio di una problematica che oltre che economica è anche culturale.
Le biblioteche sono uno dei luoghi, oltre la scuola, dove vengono formate le nuove generazioni. Sono un polo essenziale per lo scambio di idee e per la conservazione e la fruizione del nostro patrimonio culturale. Senza un coordinamento come quello svolto da oltre vent’anni dalla provincia verrebbe perso uno dei servizi basilari che permette ad ognuno di noi di rinsaldare la propria conoscenza e la propria identità individuale.
Noi come Bard ci uniamo al grido d’allarme inviato dalle nostre biblioteche alla presidenza e alla giunta regionale del Veneto che si attivi al fine di preservare un servizio pubblico essenziale per la nostra terra. Siamo sicuri che i nostri amministratori e i nostri politici non permetteranno la scomparsa di una delle tante eccellenze che abbiamo la fortuna di possedere e il dovere di conservare in provincia di Belluno.
Chiediamo quindi infine ai Bellunesi (già in tanti lo stanno facendo) di unirsi a questo importante appello e di inoltrare alle istituzioni l’appello disponibile in tutte le nostre biblioteche.
“Un libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni” Jorge Luis Borges