Anche il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti ribadisce il pieno sostegno al collegamento sciistico tra il Comelico e la Pusteria: «Oltre al messaggio politico di un territorio dolomitico unito, quell’infrastruttura è l’ultima speranza contro lo spopolamento di un’area che maggiormente tra quelle del nostro territorio soffre l’abbandono dei suoi residenti. Serve realizzarla, e siamo al fianco della popolazione in questa battaglia».
«Certamente le Dolomiti e l’ambiente sono beni da rispettare, ma non si può continuare con il “no” a priori: trattando alcune condizioni si può arrivare ad un “sì” ragionato e condiviso. Siamo sicuri che con il dialogo si può ottenere una soluzione rispettosa dell’ambiente e in grado di “dar da mangiare” agli operatori del territorio, e siamo pronti a fare da paciere in questo confronto: per questo, chiediamo alle associazioni ambientaliste un incontro per poter mettere sul tavolo le ragioni di tutti. – affermano dal movimento – Senza opere e senza reddito non si vive, parliamo di circa 40 milioni di euro di investimento, un terzo arriva da un privato; il settore turistico occupa migliaia di persone in quell’area, e centinaia di queste sono del Comelico. Veramente vogliamo far perdere loro il lavoro e farle fuggire dal territorio per le opinioni e le scelte di un ristretto gruppo di benpensanti e di burocrati? Le montagne sono belle se qualcuno le cura e le vive, altrimenti, come sosteneva Mario Rigoni Stern, “quando l’ultimo montanaro sarà sceso a valle le ortiche invaderanno anche piazza San Marco”, e noi non abbiamo intenzione di trasferirci nelle metropoli a vivere con il reddito di cittadinanza, vogliamo vivere e far vivere le nostre montagne e le nostre valli con il nostro impegno e il nostro lavoro».
Infine, un passaggio sulle Sovrintendenze, «realtà che dipendono da Roma, con tecnici e burocrati, che non conoscono le necessità e le specificità della montagna. – sottolineano dal Bard – Enti simili, che hanno la pesante responsabilità di decidere dello sviluppo dei territori, devono essere il più vicino possibile alle realtà di cui si occupano: autonomia è far decidere ai bellunesi dello sviluppo del Bellunese».