“Se si vuole rifare il trenino degli anni ’50, noi ci chiamiamo fuori: il Treno delle Dolomiti è un’altra cosa. Bortolo Mainardi ha ragione: l’attuale patto con Bolzano non è sufficiente, serve un’idea di più ampio respiro”. Così il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti riaccende i riflettori sull’anello ferroviario, dopo la “bocciatura” da parte di Mainardi dell’accordo di programma tra la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Bolzano.
“Ci sono tante cose che vorremmo fossero riviste, ridiscusse e allargate. – spiegano dal Bard – Ad esempio, vorremmo che si ragionasse anche su altri percorsi, oltre che su quello per Cortina: il 2021 è troppo vicino per poter pensare di arrivare in treno ai mondiali di sci che si correranno sulle nevi ampezzane tra meno di sei anni. Perchè allora non pensare ad un passaggio per Auronzo o per il Comelico, con un collegamento con la rete austriaca attraverso la Pusteria?”
Accordi con il Tirolo, quindi, ma non solo: “Lunedì mattina, in un’occasione ufficiale, il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha ufficializzato il suo appoggio a un collegamento ferroviario tra la Valsugana e Feltre. E’ un segnale importante, che non va lasciato cadere nel vuoto, che permetterebbe di chiudere l’anello ferroviario, unica rete realmente funzionale”.
In attesa della sottoscrizione dell’accordo di programma tra Bolzano e Regione Veneto – in calendario nei primi giorni di gennaio 2016 a Cortina d’Ampezzo – dal movimento chiedono quindi un coinvolgimento di tutti i territori dolomitici, ma anche tempi più snelli: “Tre anni per uno studio di fattibilità sono troppi, specie se poi il rischio è di infilarlo in un cassetto del dimenticatoio, come già accaduto in passato. Sappiamo che non si tratta certo di una passeggiata, ma con la collaborazione di professionalità dei quattro territori coinvolti e i finanziamenti locali ed europei si può accelerare decisamente rispetto a questa tabella di marcia”.
“Il trenino è un’idea che non si può riproporre; – concludono dal Bard – sono passati 51 anni dalla dismissione di quella tratta, e riesumarla ora non serve. Sono cambiati gli anni, i territori, i trasporti e i turisti: l’unica soluzione ora viaggia sui binari dell’anello ferroviario, per le Dolomiti senza confini”.