“Sulla questione dell’elettrificazione delle linee ferroviarie bellunesi chiediamo solo chiarezza e rispetto; non è un tema che può essere giocato sul tavolo della campagna referendaria”. Il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti prende posizione accanto alla Regione Veneto nel dibattito sui lavori di elettrificazione delle ferrovie.
“Prima l’annuncio dei lavori, poi lo spettro di un rinvio, oggi infine leggiamo che si è trattato di un equivoco e che l’elettrificazione si farà: speriamo che queste siano le parole decisive su un progetto fondamentale, se si vuole che il treno nel Bellunese abbia ancora un futuro. – commentano dal movimento – Ma speriamo che questa confusione e queste promesse giunte da Roma non abbiano solo lo scopo di attirare le simpatie sul Governo in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre”.
“Per questo, ci uniamo all’appello dell’assessore regionale Elisa De Berti nel chiedere chiarezza e certezze al Governo. Le rassicurazioni però devono arrivare dal Ministero delle Infrastrutture, non da altri: il viceministro Riccardo Nencini a Vittorio Veneto è stato male interpretato, o ha frainteso le comunicazioni di Ferrovie dello Stato? Bene, allora sia lui a dare l’interpretazione autentica delle sue dichiarazioni o a correggere eventuali imprecisioni”.
Intanto, sabato il movimento ha partecipato ad un importante convegno a Predazzo sul tema “Quale ferrovia per le Dolomiti?”, organizzato da Transdolomites. In qualità di relatore era presente il vicepresidente Bard, Andrea Bona, e non poteva mancare un accenno alla questione: “Le risorse per l’elettrificazione della linea nel Bellunese ci sono oppure no? Aver inserito il progetto nel piano e poi non avere i fondi necessari per realizzarlo sarebbe l’ennesima beffa. Serve chiarezza, che deve arrivare presto e dai massimi vertici nazionali: le rassicurazioni dell’onorevole De Menech, che annuncia le risorse per inizio 2017 e attivazioni nel 2020, per noi non sono sufficienti”.
Poi, l’illustrazione dell’idea del Treno delle Dolomiti: “Per il Bellunese – ha spiegato Bona – è fondamentale un sbocco a Nord. Per noi, il tracciato deve passare per Auronzo e Cortina, direzione San Candido attraverso la Pusteria. Il trenino “nostalgico” da Bolzano a Cortina d’Ampezzo non è quello che serve a questo territorio”.