“I cittadini non scelgono il treno per salvare solo l’ambiente; lo prendono se è una soluzione più veloce ed economica rispetto alla gomma, ed è per questo che il futuro delle mobilità delle Dolomiti va ragionato e deciso dal territorio”: così l’europarlamentare Herbert Dorfmann, nel corso della serata dedicata alla mobilità tra le Alpi organizzata nella Magnifica Comunità di Cadore dal movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti.
A introdurre la serata, Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità di Cadore, che ha sottolineato l’interesse dell’ente per il futuro della mobilità – e non solo – delle aree del Cadore e Comelico (in prima fila, diversi sindaci e consiglieri dei comuni appartenenti alla Magnifica); è toccato poi a Marinella Piazza, BARD, illustrare con foto d’epoca l’era del “trenino delle Dolomiti”, a dimostrazione che la potenzialità turistica del mezzo è fortissima.
Dopo un’analisi della situazione e dei progetti a livello europeo, con un occhio particolare allo sviluppo delle reti TEN (reti di trasporto trans-europee, sia su gomma che su rotaia), l’europarlamentare ha affrontato i temi caldi del Bellunese: “Il treno tra le Dolomiti non può essere solo una rievocazione nostalgica di quello che c’è stato 50 anni fa, – ha spiegato – ma deve essere una soluzione moderna e funzionale. Deve essere a servizio dei cittadini, degli studenti, dei lavoratori; con la realizzazione del collegamento tra Feltre e la Valsugana acquisirebbe poi una valenza turistica fondamentale, che permetterebbe anche ai turisti di raggiungere il Feltrino, Belluno, il Cadore, Cortina”.
Molti dei presenti in sala hanno sottolineato l’importanza di decidere presto la funzione della ferrovia: “Questa è una scelta che spetta ai territori, ai cittadini, alle amministrazioni. – la risposta di Dorfmann – . È certo che questa decisione influirà molto anche sullo sviluppo del tracciato: un treno a valenza locale e turistica vede in Dobbiaco il suo naturale collegamento; se si parla di trasporto merci, invece, sarebbe più funzionale l’arrivo a San Candido. Il treno poi non deve essere un sistema isolato, ma deve essere in forte collaborazione col trasporto pubblico locale su gomma, e anche questo ragionamento spetta al territorio”.
Una scelta dei territori che comunque potrà trovare sostegno economico in Europa: “Il piano Juncker – ha spiegato l’europarlamentare – prevede un Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici da oltre 20 miliardi di euro, a loro volta in grado di mobilitare prestiti e investimenti per 315 miliardi di euro. È in quest’ambito che si potrebbero trovare risorse a sostegno di questo progetto”.
Tra gli intervenuti, anche i rappresentanti del Comitato Peraltrestrade, che hanno sottolineato come la mobilità sia destinata a cambiare, togliendo alla gomma il ruolo da protagonista nel trasporto di merci e persone. Inevitabile quindi il riferimento alla proposta di prolungamento dell’autostrada, recentemente tornato alla ribalta delle cronache: “La Convenzione delle Alpi vieta nuove autostrade nella zona alpina; – commenta Dorfmann – è vero che l’Italia non ha ratificato interamente la Convenzione, escludendo proprio dei passaggi relativi ai collegamenti autostradali, ma Austria e Germania hanno accolto integralmente il documento, impedendo quindi di fatto lo sfondamento a Nord”.