“Il Governo vuole contrastare il referendum per l’autonomia del Veneto e lo sta facendo anche sfruttando l’emergenza Veneto Strade”: questa la visione del vicepresidente del movimento Belluno Autonoma, Andrea Bona, sulla questione Veneto Strade e sulle dichiarazioni del sottosegretario agli affari regionali e alle autonomia Gianclaudio Bressa sulla consultazione veneta.
“Questo è un governo centralista che nulla ha fatto per le autonomie locali se non ostacolarle, indebolirle e annientarle; – spiega Bona – il referendum per l’autonomia del Veneto fa paura perchè un’intera regione, la storica locomotiva dell’economia del Nord-Est, ora ha deciso di alzare la testa, chiedendo di potersi gestire da sola. Anche noi sosteniamo le ragioni di questa consultazione, pur non sapendo cosa potrà concretamente portare al Veneto e, soprattutto, al Bellunese, ma la appoggiamo come sosteniamo ogni iniziativa di tipo autonomistico”.
Anche la questione di Veneto Strade, secondo Bona, ricade in questa logica di indebolimento delle autonomie: “Innanzitutto, si indebolisce la Provincia di Belluno, che vive con il terrore della paralisi delle strade a causa dei continui tagli ai trasferimenti; ma si vuole anche mettere in difficoltà la Regione, mettendo a disposizione un terzo dei soldi necessari e provando a mettere il Veneto all’angolo, facendo ricadere sulla società e sulla politica regionale la colpa dello stop ai servizi. Ma non è così: come si può pretendere che un’azienda lavori senza certezza su tempi e ammontare del denaro che arriverà? Non c’è via di uscita: con i 5 milioni di elemosina, Veneto Strade non può lavorare e la Regione non può obbligarla, senza certezza alcuna. Si tirino fuori tutti i soldi, e presto, e si trovi una soluzione strutturale”.
“Prima il contentino dei fondi di confine, ora l’emergenza Veneto Strade e gli ostacoli al referendum autonomista: il Bellunese – conclude Bona – è stufo di elemosinare dignità a Roma. Serve autonomia, quella vera, e risorse: ci restituiscano gli 800 milioni di euro di residuo fiscale all’anno, o anche solo una parte, e saremo in grado di risollevarci; altrimenti, dicano chiaramente che ci vogliono in ginocchio, fino a trasformarci in una riserva. Perdiamo 1500 abitanti all’anno: se la politica continua a trattarci così, nel giro di qualche decina d’anni il Bellunese non sarà più un problema per nessuno, perchè non esisterà più”.