Ringraziamo la Provincia per la decisione presa, una scelta che rimarca la nostra volontà. Qui è in gioco il futuro del territorio e in un prossimo quadro istituzionale, che vedrà una rivoluzione nell’assetto delle autonomie locali, intendiamo dimostrarci pronti a far valere le nostre ragioni. Continueremo la nostra battaglia, di certo non è una sentenza a fermarci: in fondo, non chiediamo altro che l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani dinanzi allo Stato, un diritto che deve essere garantito.
Autonomia negata ricorso al Quirinale. Via libera della giunta provinciale al ricorso al capo dello Stato sul bocciato referendum per entrare in Trentino Alto Adige (Gazzettino)
Semaforo verde dalla giunta provinciale a proseguire l’iter referendario per traghettare l’intera provincia di Belluno dal Veneto al Trentino Alto Adige. Con una delibera, approvata ieri mattina, l’organo di governo di Palazzo Piloni ha dato il via libera al ricorso contro la sentenza della Corte di Cassazione che, a fine marzo scorso, aveva bocciato l’iniziativa referendaria. La giunta ha deliberato di affidare l’incarico all’avvocato Giuliano Rizzardi di Brescia, professionista che ha già seguito altre tematiche simili, «per la predisposizione e promozione del ricorso straordinario al Capo dello Stato».
Raffreddati i sogni di autonomia con la decisione della Cassazione, la Conferenza dei capigruppo del consiglio provinciale aveva inizialmente scelto di non tentare altre strade. Ieri il dietrofront. Sarà ora il Capo dello Stato a pronunciarsi sulla volontà dei bellunesi di lasciare il Veneto, nata dalla raccolta di circa 18 mila firme e dalla decisione del consiglio provinciale che l’11 gennaio scorso si era espresso a favore dell’avvio dell’iter referendario. Il termine di presentazione del ricorso scade il 9 agosto. Da qui ci vorranno 60 giorni per completare la pratica. Prima di arrivare al pronunciamento del Quirinale passeranno, però, diversi mesi.
In caso di bocciatura, il Comitato Belluno Autonoma Dolomiti Regione non intende demordere pronto a giocare la carta del ricorso alla Corte di giustizia europea «in quanto – spiega Moreno Broccon – viene violato il diritto di autodeterminazione previsto dall’articolo 132 della Costituzione che vale per tutti gli italiani, ma non per la provincia di Belluno», l’unica a non poter cambiare Regione perché incuneata tra due Regioni a Statuto speciale e due Province, Trento e Bolzano, la cui autonomia è stata “blindata” dall’articolo 116 della carta costituzionale.
Referendum, parte il ricorso. Nonostante il no della Corte di Cassazione non si ferma l’iniziativa di Palazzo Piloni (Corriere delle Alpi)
La Giunta provinciale di Belluno, nel corso della seduta di questa mattina, ha deciso di ricorrere contro la sentenza della Corte di Cassazione che aveva bocciato l’iniziativa referendaria per il passaggio del territorio della provincia di Belluno dal Veneto al Trentino-Alto Adige. “Non faremo altro che dare seguito alla volontà espressa dalla nostra comunità – ha commentato il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin -. L’articolo 132 della nostra Carta costituzionale sancisce il diritto del popolo bellunese a questo referendum”.
“La nostra istanza prevedeva due fasi: la prima con la consultazione popolare, la seconda (nel caso di esito positivo del referendum) con il passaggio della legge in Parlamento – ha aggiunto -. La sentenza della Corte di Cassazione, lo scorso aprile, ha dato una risposta unica alle due richieste, bocciando la domanda. Ora ci appelleremo al Capo dello Stato, che è già a conoscenza della situazione economica in cui versa la nostra realtà, visto che io stesso lo ho informato con una missiva a cui lo stesso presidente Napolitano ha già dato riscontro”.
La decisione di Palazzo Piloni è stata favorevolmente accolta dal Comitato per il Referendum, presente oggi in sede: “Ringraziamo la Provincia per la decisione presa, una scelta che rimarca la nostra volontà – ha commentato il portavoce del gruppo, Moreno Broccon -. Qui è in gioco il futuro del territorio e in un prossimo quadro istituzionale, che vedrà una rivoluzione nell’assetto delle autonomie locali, intendiamo dimostrarci pronti a far valere le nostre ragioni. Continueremo la nostra battaglia, di certo non è una sentenza a fermarci: in fondo, non chiediamo altro che l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani dinanzi allo Stato, un diritto che deve essere garantito”.
Collegamento al servizio video di Antenna 3, “Autonomia, ricorso al Capo dello Stato”