«De Menech smetta di addossare tutte le responsabilità sulla Regione e riconosca le gravi colpe del suo governo»: il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti risponde così alle considerazioni dell’ex segretario regionale del Partito Democratico sul referendum provinciale per l’autonomia.
«Si può lavorare e fare ancora molto sull’attuazione della legge 25, – affermano dal movimento – ma è indubbio che la situazione di gravissima crisi che l’ente Provincia sta attraversando va addossata alle politiche degli ultimi anni di governo».
Lungo, per il Bard, l’elenco delle colpe dei governi Letta-Renzi-Gentiloni: «Partiamo dal taglio dei trasferimenti statali; – spiegano dal consiglio federale – praticamente azzerati, così come azzerata è stata la democrazia, con la legge Delrio, palesemente incostituzionale e purtuttavia oggi ancora in vigore. Non dimentichiamoci le promesse fatte sul finanziamento al decreto enti locali e sui soldi per Veneto Strade, finora rimaste insoddisfatte. Chiudiamo con un tasto dolente, per il nostro movimento e i bellunesi tutti: sono passati oltre due anni dalla firma dell’accordo per il ripristino dell’elettività della Provincia di Belluno, e i rappresentanti bellunesi in maggioranza non hanno fatto nulla per portare in discussione l’argomento».
«Siamo arrivati a questo punto per colpa delle politiche conservatrici e centraliste di questo governo; è ora di voltare pagina, di chiudere un tristissimo capitolo nella storia italiana che ha visto gli enti locali trasformarsi in semplici uffici burocratici, senza capacità economiche e dignità politica», affermano dal Bard, concludendo: «Vorremmo infine ricordare all’ex segretario regionale PD che il referendum provinciale sull’autonomia è stato votato all’unanimità da 44 sindaci di ogni estrazione politica: se De Menech e il suo partito vogliono mettere il cappello su un’iniziativa autonomistica per questa provincia, è il caso che cambino bersaglio e tirino fuori dal cassetto nel quale è stato dimenticato l’accordo dell’aprile 2015».