Oggi possiamo dire che, con i referendum di Voltago Agordino e Auronzo di Cadore, un totale di oltre 40.000 bellunesi hanno espresso la volontà di cambiare regione.
E’ un segnale inequivocabile, spesso non compreso e ancor più spesso strumentalizzato. Un segnale verso Venezia e Roma da cui non arrivano, finora, risposte adeguate per il territorio bellunese.
Così come non sono soddisfacenti né la legge Delrio né la riforma Costituzionale per le province alpine, così risulta del tutto insoddisfacente la risposta di Venezia.
Possiamo perciò solo gioire di fronte al risultato del referendum di Voltago Agordino e all’importantissimo segnale degli oltre 1100 SI degli Auronzani.
Con Voltago ed Auronzo si chiude la cerchia dei comuni bellunesi confinanti con le province autonome di Trento e di Bolzano che hanno utilizzato lo strumento referendario, avente come quesito la richiesta di distacco dalla regione Veneto per andare a far parte della regione Trentino Alto Adige/Südtirol.
Non c’è nessun territorio provinciale italiano che abbia adottato in modo così massiccio questo strumento per manifestare il proprio malcontento.
Ogni referendum è la dimostrazione reale di come le nostre comunità in modo legale, pacifico e democratico abbiano saputo reagire con dignità alle problematiche che attanagliano i nostri territori dove da sempre mancano le vere e lungimiranti politiche per la montagna.
Nonostante le differenze, anche di carattere storico, i referendum rivendicano la necessità di una forte autonomia come strumento per la gestione dei nostri territori montani, vasti, complessi, diversi e scarsamente popolati.
Autonomia come assunzione di responsabilità, prendendo esempio dai modelli di governace montana funzionanti delle province autonome di Trento e Bolzano.
Le Dolomiti, pur con aree a diversa storia e lingua, sono un’entità geografica unica. I referendum sono l’espressione della volontà delle popolazioni di appartenere ad una macro regione alpina unica, consapevoli che in una regione prevalentemente di pianura, urbanizzata e densamente popolata, non c’è rappresentanza ed ascolto ai bisogni della montagna.
I medesimi obiettivi di fondo hanno compattato un territorio, anziché dividerlo.
Molti comuni “non referendari” delle Terre Alte hanno deliberato in favore delle motivazioni politiche intrinseche al quesito del referendum.
La battaglia di un comune è diventata la lotta della gente della montagna, soprattutto di quella più periferica, che rifiuta ogni forma di centralismo anche nei confronti di Belluno o della val Belluna.
I tanti SI al distacco dalla regione Veneto dei cittadini dei comuni di confine con le realtà autonome sono un messaggio molto chiaro.
La volontà espressa da oltre 40.000 bellunesi è stata rimarcata anche dal fortissimo consenso alle recenti elezioni europee, dove il nostro candidato Herbert Dorfmann, rappresentante dell’SVP, ha ottenuto un successo incredibile e non pensabile fino a qualche tempo prima.
Noi pensiamo che i referendum siano tessere di un mosaico, che il solco sia stato tracciato e che gli importantissimi segnali provenienti dall’area ladina e periferica del Bellunese siano da tenere in grande considerazione.
Per questo motivo riteniamo che la stesura della prossima lista di candidati alla nuova formazione del Consiglio d’area vasta (ex Ente Provincia) dovrà tenerne conto in termini di rappresentanza, delle varie aree del Bellunese. Non dovranno quindi prevalere le logiche di partito ma le logiche a favore del territorio.
Sarà necessario tenerne conto anche nella predisposizione di un preciso programma che dovrà rappresentare l’impegno verso l’autonomia e verso una sempre più stretta collaborazione con le aree dolomitiche autonome vicine affinché ci sia un reciproco vantaggio.
Un programma che guardi verso una candidatura nel gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) “EUREGIO Tirolo-Alto Adige-Trentino” cui l’obiettivo è quello di facilitare e promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale o interregionale col fine esclusivo di rafforzare la coesione economica e sociale dei territori alpini.
Questo è il nostro pensiero che vogliamo condividere con Voi.
I periodo storico che ci prepariamo ad affrontare sarà difficile ed impegnativo e lo supereremo favorevolmente solo insieme e solo con il vostro sostegno e la vostra fiducia. E’ ciò che vi chiediamo, condivisione, sostegno e fiducia che, ne siamo certi, non mancheranno.