“La proposta della Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia è certamente interessante; si può aprire un nuovo fronte di dialogo, ma non accetteremo contentini o soluzioni al ribasso”. Mentre continua la polemica intorno al “caso Sappada”, il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti segue con interesse e curiosità l’apertura di Debora Serracchiani al passaggio dell’intera provincia bellunese alla regione autonoma.
“Sarebbe un percorso più facilmente percorribile, rispetto al passaggio in Trentino Alto Adige, ma vogliamo capire se è una semplice provocazione o c’è dietro un interesse concreto. – spiegano dal movimento – Quel che è certo è che dopo il trattamento vergognoso subìto da Sappada non si possono accettare proposte al ribasso”.
Nel mirino, la proposta dei fondi per i comuni di confine con il Friuli Venezia: “Non si può barattare il destino dei sappadini con un semplice sistema di contributi e sostegno. I fondi di confine non possono sopperire alla mancanza di interesse politico per i territori periferici; servono politiche serie per i territori montani, che solo con un’autonomia reale il Bellunese può ottenere. I fondi sono una piccola boccata d’ossigeno per i comuni, ma – in assenza di risposte serie – se si vuole dare sviluppo e speranza a queste terre servono cifre più importanti. Serve quindi un incremento delle risorse per i fondi di confine, ora troppo limitati per rispondere a tutte le emergenze e le situazioni provocate da anni di non-politica per la montagna”.
“In questo momento, servono coraggiosi atti politici: – concludono dal Bard – il consiglio provinciale bellunese ha chiesto e ottenuto di stoppare il percorso di Sappada verso il Friuli (con una maggioranza risicata, che in tempi di provincia elettiva avrebbe fatto parlare di “crisi di governo”), bocciando l’ordine del giorno del consigliere Fulvio Valt che invece chiedeva il sostegno alla volontà di passaggio dei sappadini. Mercoledì prossimo, invece, a Udine il consiglio provinciale, su proposta di tutti i gruppi consiliari, approverà un ordine del giorno per sollecitare una rapida discussione del disegno di legge per evitare l’insabbiamento di Sappada e lo slittamento alla prossima legislatura. Un segnale forte, visto che per la terza volta dal 2008 Sappada trova il sostegno di Udine in consiglio provinciale; un messaggio forte che deve arrivare a Roma, a Belluno e a Sappada, dove la possibilità di accedere a nuovi fondi di confine non deve indebolire la battaglia referendaria”.