In relazione alla raccolta di firme da noi promossa per chiedere al Consiglio Provinciale l’indizione del referendum per Belluno Autonoma, il sindaco di Calalzo così si esprime in un articolo sul Corriere del Veneto:
Quella consultazione – spiega il sindaco De Carlo – ammesso e non concesso che si faccia, è solo una provocazione. Comunque non me ne importa niente: nessuna intenzione di silurare i promotori del referendum. Facciano pure: noi siamo legati al Cadore e al Veneto, e non abbiamo nuulla a che fare con i “Tedeschi”.
A questo proposito, qualcuno fra noi ha scritto questo commento che vi proponiamo:
di Enrico Pilotto
Forse si pensa con uno Statuto Comunale di risolvere i problemi….
In realtà l’art. 117 della Costituzione assegna le competenze legislative più importanti (anche in termini economici) allo Stato, sia in maniera esclusiva (comma 2) sia in maniera concorrente (lo Stato fa leggi di principio e le Regioni possono legiferare entro questi binari, comma 3). La competenza residuale delle Regioni è stata talmente compressa dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale (che ha stabilito che anche nella materie in cui dovrebbe legiferare la regione lo stato può farlo per tutelare la concorrenza, l’ambiente, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorionazionale, cosiddette materie trasversali) che ormai si riduce a poca cosa.
Per questo solo una norma nazionale può dare al bellunese un’autonomia normativa e amministrativa che consenta affrontare il futuro ad armi pari con i nostri confinanti trentini e altoatesini. Diversamente, con competenze normative ed amministrative e risorse così ridotte rispetto alle Regioni a Statuto speciale, difficilmente potremmo competere …..
Per fare un solo esempio, la norma che consente in Alto Adige la priorità nei concorsi pubblici ai cittadini di lingua tedesca (cosiddette “gabbie etniche”) è contenuta nelle norme di attuazione dello statuto, adottate con legge costituzionale. Una norma simile, introdotta in uno statuto comunale o regionale, sarebbe immediatamente impugnata avanti la Corte Costituzionale e dichiarata illegittima per violazione degli art. 3 (uguaglianza) e 97 (della Costituzione).
I tagli scolastici, che nel bellunese hanno decimato classi ed istituti, imposti da leggi ordinarie dello Stato, in alto Adige non sono stati effettuati, in quanto considerati in contrasto con le norme statutarie,
adottate, ai sensi dell’art. 116 della Costituzione, con legge costituzionale. (ndr la legge costituzionale è di rango superiore a quella ordinaria e dunque quest’ultima non può porsi in contrasto).
Il referendum è l’unico modo di far parlare la gente… più bellunesi si esprimeranno e più forte sarà a Roma il messaggio che non ci stiamo più alla disparità di trattamento !!!
Buona Autonomia a tutti !!!