Lo Stato stringe le maglie del centralismo, ora sempre di più, e le Autonomie alpine rispondono con determinazione, convinte a non cedere e a non vedere ridimensionati i vantaggi amministrativi dei loro statuti speciali. In questo senso si colloca l’importante incontro a Trento di lunedì 16 febbraio tra PATT (Partito Autonomo Trentino Tirolese), SVP (Sudtiroler Volkspartei), UV (Union Valdôtaine) e UAL (Union Autonomista Ladina), per firmare un importante documento a difesa delle loro prerogative autonomiste.
Artefice di questo incontro è stato Il senatore Franco Panizza, il quale, con l’europarlamentare Herbert Dorfmann, ha voluto che fosse presente anche il BARD, per la nostra provincia, con un gesto quindi che lascia intendere come le realtà autonome alpine non solo non hanno intenzione di cedere, ma intendono concretamente aiutare a dotarsi delle stesse condizioni amministrative speciali anche i territori vicini.
Si è ancora una volta ribadita l’apertura a Belluno, così come manifestato più volte anche nella questione di un nostro ingresso nell’Euregio.
Nelle parole del Senatore e anche degli altri relatori si è potuta cogliere più volte l’idea cheautonomia non è esclusione di altri né isolamento, ma collaborazione per il progresso del proprio territorio e di quelli limitrofi culturalmente e morfologicamente fratelli.
Importante l’analisi di Arno Kompatscher, presidente della Provincia dell’Alto Adige, che ricorda come oggi il termine autonomia vuol essere sempre di più inteso come privilegio, spreco e enorme paravento per atteggiamenti clientelari e corrotti; invece si deve considerare l’idea di autonomia soprattutto come assunzione di responsabilità per la popolazione e per le istituzioni locali, nella gestione attiva del territorio e nella salvaguardia di cultura e tradizioni. Autonomie responsabili inoltre stanno sostenendo con la propria solidità economica anche lo Stato italiano in cui esse sono inserite.
Nel documento, che esprime i termini dell’accordo, tutte le grandi Autonomie hanno voluto inserire l’auspicio che non solo Belluno attraverso il BARD, ma anche le altre realtà alpine (Slovenia e Valtellina) ottengano il loro giusto riconoscimento autonomistico.
Su questa linea si è quindi mosso l’intervento del portavoce BARD, Andrea Bona, che ha esposto con grande lucidità la situazione drammatica della nostra Provincia, degradata ad ente di secondo grado, stritolata da regimi fiscali più vantaggiosi che Autonomie vicine e Austria possono mantenere, in uno scenario per noi sempre più cupo. È necessario, secondo le sue parole, che la Provincia rivendichi per sé uno status amministrativo nuovo, che, se anche non si esprima in un’autonomia piena, almeno preveda agevolazioni fiscali così da permetterle di confrontarsi con tante realtà limitrofe molto più avvantaggiate e competitive.
Quali intenti per il futuro? Per i rappresentanti delle Autonomie far capire alle proprie genti che essa non è un’acquisizione eterna, ma bisogna sempre lavorare e lottare per mantenerla; e inoltre che è utile aiutare chi, affine per risorse, territorio e cultura, non possiede uno statuto speciale.
E noi? Se proprio non vogliamo lottare per la nostra giusta autonomia, aiutiamo per lo meno chi già ce l’ha, a tenersela stretta, mostrando loro, con il nostro esempio negativo, a quanto si può abbassare una terra con ottime potenzialità, ma priva delle dovute tutele.