di Silvano Martini
Quando penso alla provincia di Belluno e guardo i fatti degli ultimi tempi, trovano conferma le peggiori previsioni riguardo al futuro del nostro territorio. Si capisce che i tempi sono difficili ed il verbo tagliare ha invaso il vocabolario della politica, ma è ovvio che la provincia di Belluno soffre la crisi molto più delle province contermini, proprio a causa di quella specificità che è la ragione per cui noi chiediamo l’autonomia.
Noi sappiamo bene che ci sono le risorse per colmare il divario economico con il resto del paese ed evitare il fallimento del sistema dei servizi pubblici, a cominciare dalla sanità, e sappiamo altrettanto bene che è venuto il momento di porre fine al furto, perchè di questo si tratta, dell’acqua e dell’energia che questa produce. Le concessioni idroelettriche che scadono nel 2029, vent’anni in più che nelle province a statuto speciale, sono la scandalo che sta sotto i nostri occhi e per il quale nessuno dei nostri uomini politici ha mosso un dito. I risultati si vedono.
Mi chiedo se un popolo possa lasciare ancora per molto che le ricchezze del proprio territorio vengano sottratte impunemente dai soliti noti senza reagire. Cosa deve accadere ancora in questa benedetta provincia perchè il popolo si muova?