di Silvano Martini
Sono oramai decine le serate di presentazione del BARD Belluno Autonoma Regione Dolomiti a cui partecipo come relatore. Si tratta di una esperienza bellissima che avevo in parte già fatto durante i due anni e mezzo in consiglio provinciale: girare la provincia, incontrare persone, amministratori, giovani…
Molti non percepiscono la gravità di quello che sta accadendo al nostro territorio e si comportano come chi, aggredito da un tumore, finge di non essere malato salvo ricorrere alle cure quando è troppo tardi.
Mi dicono che un lavoro bene o male si trova e non stento a crederlo perché il turnover vede più persone in uscita che in entrata a causa della scarsa natalità e del fatto che molti che hanno studiato se ne sono andati e non cercano lavoro in questi luoghi.
Questo fenomeno apparentemente risolve la questione della disoccupazione ma comporta una diminuzione secca degli occupati e in definitiva una contrazione del PIL locale con conseguente impoverimento del tessuto economico e di conseguenza anche sociale, della parte alta e periferica della provincia. Un po’ meno peggio vanno le cose in Val Belluno che in ragione della presenza in quei luoghi di un tessuto industriale consistente anche se per la verità i numeri ci dicono che l’economia è concentrata in misura eccessiva sul comparto manifatturiero. Questo comporta i rischi che ben conosciamo noi che una crisi definitiva, strutturale e irreversibile del settore industriale dell’occhiale l’abbiamo già pesantemente subita.
Non esistono soluzioni facili a portata di mano che consentano, da sole, di risolvere i problemi che ho appena esposto. Possiamo però cambiare il corso degli eventi se sapremo riprendere in mano il nostro destino attuando politiche adeguate al particolare e meraviglioso territorio che abbiamo la fortuna di abitare.
Non posso certo esaurire in poche righe questioni così complesse ma posso fornire alcuni spunti, conoscendone meglio le problematiche, soprattutto alle amministrazioni che fanno parte delle tre Comunità Montane Cadore, Comelico, Val Boite, Cortina D’Ampezzo, alcune delle quali appena rinnovate.
Sono cose semplici e risapute ma conviene ripeterle per chiarezza ad uso dei nuovi che affrontano per la prima volta l’amministrazione di un comune.
- mutualità
- collaborazione
- innovazione
- difesa del territorio
- miglioramento della viabilità con interventi soft (vedi Pusteria)
- no all’autostrada
- politica energetica locale basata su risorse proprie
- abbandono dei combustibili fossili a favore delle fonti rinnovabili
- incentivazione dello studio e della formazione
- adozione di criteri e tecniche costruttive basate sulle risorse locali
- creazione di un polo industriale che sfrutti la filiera del legno
- sostegno al settore primario in funzione di integrazione al reddito e per la produzione di ambiente
- collaborazione tra le amministrazioni per favorire maggior integrazione tra i residenti
- miglioramento e adeguamento dei servizi sanitari alle mutate condizioni sociali
- Incentivazione del turismo a partire dalle piccole attività per creare un’offerta diffusa sul territorio gestita con criteri industriali
- recupero delle arti, delle tradizioni, dei mestieri
Ovviamente si tratta solo di spunti e vanno riempiti di contenuti sapendo però che ogni paese non può pensare e pretendere di bastare a se stesso. Credo anzi che buona parte dei nostri guai siano dovuti all’incapacità di pensare al plurale.
Dobbiamo anche viaggiare e informarci e non aver paura di copiare le buone idee degli altri. In alto Adige ci sono 50 impianti a biomasse e in Auronzo ancora oggi nessuno crede alla convenienza di un solo piccolo impianto a Misurina. Questo significa che siamo arretrati e incapaci di metabolizzare semplici idee. Non è colpa del Sud Tirolo se noi siamo ridotti allo spettro di quello che eravamo: è colpa nostra e della nostra incapacità di stare insieme come una società coesa e ben strutturata mentre noi non siamo capaci di andar d’accordo nemmeno per semplici progetti.
Il BARD, Belluno Autonoma Regione Dolomiti, si propone come un collante per le popolazioni delle Dolomiti. Si propone di mettere assieme le persone al di la delle appartenenze a partiti politici o delle convinzioni politiche che rispettiamo ma che non sono in grado ora di fornirci risposte adeguate.
Il BARD non offre soluzioni, non ha nulla da insegnare ma chiede aiuto a tutti e chiede a ciascuno di assumere su di se la responsabilità di battersi, insieme agli altri cittadini di questa bellissima provincia, per un futuro di autogoverno. Un futuro in cui possiamo riprenderci le risorse che oggi ci sono sottratte quasi per intero e che bastano e avanzano, se ben gestite, ad assicurare a noi e ai nostri figli, un futuro dignitoso da vivere, se lo vogliamo, tra le nostre montagne.
Aderiamo tutti al BARD: ricostruiamo insieme un futuro possibile per il popolo delle Terre Alte !
Silvano Martini
vicepresidente BARD