“Con l’Ulss unica, il destino è quello di vedere un crollo dei servizi della sanità in montagna, fino all’inevitabile discesa a Treviso”. Continua la battaglia contro l’Ulss Dolomitica del Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti: “Oltre alle considerazioni sul taglio delle spese, che sfociano troppo spesso in demagogia, c’è da pensare agli sviluppi futuri. Rischiamo di rivivere quanto già visto con l’Ulss del Cadore: prima si decentrano gli uffici e l’amministrazione, poi si depotenziano le strutture. L’assessore regionale Coletto assicura che Venezia non intende tagliare ospedali o servizi in montagna, e non possiamo che credergli, ma nei prossimi anni saranno i numeri a condannare questa realtà”.
“Ogni anno lottiamo per mantenere i servizi negli ospedali di montagna, da Agordo a Pieve di Cadore, senza dimenticare le strutture di Auronzo o di Lamon. – spiegano dal Bard – L’Ulss Dolomitica accentrerà ancora di più le decisioni (quelle poche che ancora resteranno alle aziende provinciali, vista la nascita dell’Ulss zero), in un processo che va contro l’autonomia e la sopravvivenza dei territori. A condannare la sanità montana saranno gli stessi numeri: come far sopravvivere un hub provinciale con poco più di 200mila persone? L’unica soluzione sarebbe la condivisione del sistema sanitario con Treviso, che significherebbe la morte per la sanità di montagna”.
“Quello che stiamo vivendo è l’ennesimo attacco al rapporto tra sanità e territorio: la gestione degli ospedali, dei reparti, dei servizi, non può seguire la stessa logica a Belluno, Treviso, Vicenza o Venezia. Si vuole scegliere a tutti i costi la via dell’azienda unica bellunese? Bene, allora la Regione ci consegni anche le deleghe sulla sanità, e con queste anche le risorse – oltre mezzo miliardo di euro all’anno –; la strada che vogliamo segnare è quella dell’integrazione ospedale-territorio seguendo un modello costruito appositamente per la montagna. Solo così potremmo salvarci da questo terribile errore”.