«Bene la promessa del vicepremier Di Maio sull’autonomia veneta entro Natale, ma in tutti questi discorsi viene sempre dimenticata la Provincia di Belluno. Il risultato regionale è merito anche dei bellunesi, che devono vedersi riconosciute le loro volontà»: così il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti commenta le parole del Ministro del Lavoro questi giorni in Veneto.
«Sappiamo dalla stampa nazionale della “differenza di vedute” tra i due soci di governo sul tema dell’autonomia, – continuano dal Bard – così come sappiamo anche dalla stampa locale del forte e pregevole lavoro fatto da tutti i parlamentari bellunesi con la Ministra degli Affari Regionali e delle Autonomie, Erika Stefani. Se l’autonomia del Veneto ha questo percorso tutt’altro che facile, cosa potrà essere quello della Provincia di Belluno, che elettoralmente non conta nulla?».
La richiesta del movimento è chiara: «Vogliamo capire se i vicepremier Salvini e Di Maio sono a conoscenza del risultato e delle richieste del referendum provinciale autonomista bellunese e, se non lo sono, per quale motivo ne siano ancora all’oscuro e chiediamo ai parlamentari bellunesi di farsi portavoce delle richieste autonomiste del territorio. I due ministri potrebbero essere coinvolti in uno dei prossimi incontri tra i nostri parlamentari e la Ministra Stefani, così da mettere sul tavolo tutte le richieste referendarie: questo è un appello che facciamo a tutti i parlamentari bellunesi, dal promotore degli incontri Luca De Carlo a chi sta in maggioranza come Federico D’Incà, Paolo Saviane e Mirco Badole, fino a chi pur in opposizione lavora per il territorio come Dario Bond e Roger De Menech. Ai parlamentari della Lega chiediamo infine uno sforzo in più: nei giorni scorsi, il Ministro Salvini ha sottolineato l’importanza delle Province come enti del territorio. Si concretizzi dunque la restituzione di risorse, competenze e dignità a queste istituzioni, assicurando democrazia agli enti locali con il ripristino dell’elettività, come chiesto da una proposta di legge presentata al Senato lo scorso agosto dalla Lega e che vede tra i firmatari lo stesso Salvini».