“VOLONTARI ABBANDONATI, TERRITORIO A RISCHIO”
“Il Bellunese è un territorio costantemente a rischio, da ogni punto di vista. Negli ultimi giorni, si sono ripresentati tutti i problemi tipici di queste zone, da quelli idrogeologici a quelli sanitari e sociali. Servono risposte concrete in tempi brevi, e le potremo avere solo con competenze, risorse e autonomia”. L’ultimo caso che preoccupa il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti è quello della Croce Verde, che da luglio si vedrà costretta a ridurre i servizi alle sole giornate di venerdì, sabato e domenica (garantita invece la copertura notturna durante tutta la settimana); a dare l’allarme, i sindaci della Valle del Biois: troppo pochi i volontari per garantire tutti i turni previsti, 67 sui 120 necessari. “La sanità bellunese ha sempre sofferto il disinteresse di Venezia, tra tagli, chiusure e impoverimenti di servizi, – commentano dal Bard – ma ha potuto garantire sicurezza grazie all’aiuto dei volontari. Quando anche questi non ce la fanno più, il sistema rischia il collasso, e questo succede ora, a pochi giorni dall’avvio della stagione turistica estiva. E’ un dramma per la salute degli abitanti, ma anche per il settore turistico, che rischia di veder allontanarsi i suoi ospiti, intimoriti dall’assenza di un valido supporto sanitario. Ci mettiamo nei panni dei cittadini, che vedono a rischio il servizio; dei volontari, spremuti e con sempre maggiori incombenze; dei sindaci, che ora si trovano a dover gestire questa patata bollente, senza una facile soluzione. Serve rivedere il sistema, magari ispirandosi a quello della Croce Bianca, che vede del personale retribuito dall’associazione affiancarsi ai volontari; ma non può sempre toccare ai cittadini sostituirsi alle inefficenze e alle mancanze dello Stato”. “Hanno ragione i miei colleghi sindaci – commenta Alessandra Buzzo, primo cittadino di Santo Stefano – a non addossare le colpe a chi ora rinuncia a sacrificare il proprio tempo libero per gli altri: quando si caricano di troppe responsabilità e incombenze i volontari, il distacco è inevitabile; l’emergenza è diventata quotidianità, e questo non è più sopportabile. La colpa è della politica che per la montagna ha sempre preferito delegare, sapendo di poter contare sull’aiuto di qualcun altro. Abbiamo marciato per difendere gli ospedali di Agordo e di Pieve di Cadore, abbiamo lottato per mantenere la base dell’elisoccorso in Cadore, ora dobbiamo restare uniti per garantire il sostegno a queste realtà di volontariato. Senza di loro, la montagna e i suoi cittadini sono realmente a rischio”.
Oggi i problemi della Croce Verde, pochi giorni fa la frana di Acquabona: “Questo territorio vive situazioni completamente differenti rispetto al resto del Veneto, per questo servono risposte urgenti, che devono arrivare dal Bellunese. – concludono dal Bard – Della vuota specificità che ci è stata riconosciuta non sappiamo che farcene: serve subito il trasferimento di tutte le competenze e delle relative risorse, insieme al ritorno dell’elettività che darà a persone scelte dai cittadini il potere di intervenire su queste situazioni. Solo così si riuscirà a dare risposta rapida a queste emergenze”.