E se Belluno da OSSERVATORE INTERNO del Veneto passasse ad OSSERVATORE ESTERNO dell’Euregio?
Lo sviluppo bellunese dove è orientato? Verso l’arco alpino o verso la pianura? La domanda è rilevantissima; e va innanzitutto rivolta a chi l’ha formulata, cioè al senatore Giovanni Piccoli, poiché da bellunese e politico nazionale dovrebbe essere in grado di dare una risposta chiara, o per lo meno questo è quello che vorrebbe sapere ogni bellunese di buona volontà.
Che la risposta arrivi attraverso una scelta innovativa, quella dell’Euregio appunto, proposta da un gruppo di volontari (amanti della politica fai da te, perché quell’altra fa per sé) non diminuisce l’importanza del tentativo e del risultato, ma dà il senso della frustrazione della popolazione locale, che si sente abbandonata, e nondimeno ha a cuore la propria terra.
Forse amareggia chi si è sentito scavalcato, perché ne sottolinea la latitanza o l’attendismo.
Di sicuro lo sviluppo economico e la naturale vocazione di un territorio non aderiscono preventivamente a ideologie di partito, ad accordi di palazzo, men che meno a patti elettorali.
Se dalla pianura non salgono linee politiche, di investimento e di rilancio chiare, a favore della montagna, se dalla pianura salgono i riflessi di una politica cattiva perché in essa faziosità e opportunismo vengono prima dei reali bisogni del territorio, la provincia di Belluno, degradata istituzionalmente, insignita di una specificità vuota e priva di ogni risorsa (che Venezia non concede per proprio arbitrio) si ritrova davvero nella condizione di dover far da sé, cioè di mobilitare ogni risorsa ed idea per garantire futuro e speranza alle proprie montagne e vallate.
E che un politico bellunese tacci di dilettantismo iniziative politiche locali come l’ingresso nell’Euregio (che non prevede altro se non un ruolo di osservatore di Belluno, per valutare la bontà dell’iniziativa) è una cosa sorprendente perché o fa finta di ignorare la realtà e i bisogni della terra che rappresenta o perché non comprende che la passione dei cittadini è arrivata prima e meglio del professionismo della politica.
Va comunque sottolineato che la presenza di Belluno nell’Euregio come osservatore non è vincolante ed è un’ottima posizione (se non l’unica) per valutare appieno tutti i vantaggi, le risorse e le garanzie future, che il nuovo assetto le permetterebbe.
Chiediamo quindi per una volta di guardare alla realtà delle cose e a quali siano gli effettivi bisogni del nostro territorio e dove e in che modo questi potrebbero essere meglio rappresentati, piuttosto che vedere ancora una volta i bisogni reali e le difficoltà della Provincia sacrificati ai giochi della politica; che il futuro di Belluno possa una buona volta finalmente incidere sulla Governance, e non questa trascinarlo alla catena.